Volume 5

Edizione Giuntina
    grandezza s'affondò nella rena, che i capomaestri non potettero, per
    ingegni che usassero, trarnelo fuora. Per la qual cosa, volendo il
    Papa che 'l marmo si riavesse in ogni modo, per ordine dell'Opera
    Piero Rosselli, murator vecchio et ingegnoso, s'adoperò di maniera,
5   che rivolto il corso dell'acqua per altra via e sgrottata la ripa del
    fiume, con lieve et argani smosso, lo trasse d'Arno e lo pose in terra;
    e di ciò fu grandemente lodato. Da questo caso del marmo invitati
    alcuni, feciono versi toscani e latini ingegnosamente mordendo Bac-
    cio, il quale, per esser loquacissimo e dir male degli altri artefici e di
10   Michelagnolo, era odiato. Uno tra gli altri prese questo suggetto ne'
    suoi versi, dicendo che 'l marmo, poi che era stato provato dalla virtù
    di Michelagnolo, conoscendo d'avere a essere storpiato dalle mani
    di Baccio, disperato per sì cattiva sorte, s'era gittato in fiume. Mentre
    che 'l marmo si traeva dell'acqua e per la difficultà tardava l'effetto,
15   Baccio misurando trovò che né per altezza né per grossezza non si
    poteva cavarne le figure del primo modello. Laonde andato a Roma
    e portato seco le misure, fece capace il Papa come era costretto dalla
    necessità a lasciare il primo e fare altro disegno. Fatti addunque più
    modelli, uno più degli altri ne piacque al Papa, dove Ercole aveva
20   Cacco fra le gambe, e presolo pe' capelli lo teneva sotto a guisa di pri-
    gione. Questo si risolverono che si mettesse in opera e si facesse.
    Tornato Baccio a Firenze, trovò che Piero Rosselli aveva condotto
    il marmo nell'Opera di Santa Maria del Fiore; il quale avendo posto
    in terra prima alcuni banconi di noce per lunghezza e spianati in
25   isquadra, i quali andava tramutando secondo che camminava il mar-
    mo, sotto il quale poneva alcuni curri tondi e ben ferrati, sopra detti
    banconi, e tirando il marmo con tre argani a' quali l'aveva attaccato,
    a poco a poco lo condusse facilmente nell'Opera. Quivi rizzato il
    sasso, cominciò Baccio un modello di terra grande quanto il marmo,
30   formato secondo l'ultimo fatto dinanzi in Roma da lui, e con molta
    diligenza lo finì in pochi mesi. Ma con tutto questo non parve a molti
    artefici che in questo modello fusse quella fierezza e vivacità che
    ricercava il fatto, né quella che egl'aveva data a quel suo primo mo-
    dello. Cominciando dipoi a lavorare il marmo, lo scemò Baccio in-
35   torno fino al bellico, scoprendo le membra dinanzi, considerando
    lui tuttavia di cavarne le figure, che fussino appunto come quelle del
    modello grande di terra.
    In questo medesimo tempo aveva preso a fare di pittura una tavola
    assai grande per la chiesa di Cestello, e n'aveva fatto un cartone
40   molto bello, dentrovi Cristo morto e le Marie intorno e Niccodemo
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