Volume 5

Edizione Giuntina
    marmi. Delle spese di queste opere teneva i conti e ne era capo Do-
    menico Boninsegni. Costui tentò Michelagnolo a far compagnia seco
    segretamente sopra del lavoro di quadro della facciata di San Lorenzo;
    ma ricusando Michelagnolo e non piacendogli che la virtù sua s'ado-
5   perasse in defraudando il Papa, Domenico gli pose tanto odio, che
    sempre andava opponendosi alle cose sue per abbassarlo e noiarlo:
    ma ciò copertamente faceva. Operò addunque che la facciata si di-
    mettesse e si tirasse innanzi la sagrestia, le quali diceva che erano
    due opere da tenere occupato Michelagnolo molti anni; et il marmo
10   da fare il gigante persuase il Papa che si desse a Baccio, il quale
    allora non aveva che fare, dicendo che Sua Santità per questa concor-
    renza di due sì grandi uomini sarebbe meglio e con più diligenza e
    prestezza servita, stimolando l'emulazione l'uno e l'altro all'opera
    sua. Piacque il consiglio di Domenico al Papa, e secondo quello si
15   fece. Baccio, ottenuto il marmo, fece un modello grande di cera,
    che era Ercole, il quale avendo rinchiuso il capo di Cacco con un
    ginocchio tra due sassi, col braccio sinistro lo strigneva con molta
    forza, tenendoselo sotto fra le gambe rannicchiato in attitudine tra-
    vagliata: dove mostrava Cacco il patire suo e la violenza e 'l pondo
20   d'Ercole sopra di sé, che gli faceva scoppiare ogni minimo muscolo
    per tutta la persona. Parimente Ercole con la testa chinata verso il
    nimico oppresso, e digrignando e strignendo i denti alzava il braccio
    destro e, con molta fierezza rompendogli la testa, gli dava col ba-
    stone l'altro colpo. Inteso che ebbe Michelagnolo che 'l marmo era
25   dato a Baccio, ne sentì grandissimo dispiacere, e per opera che facesse
    intorno a ciò, non potette mai volgere il Papa in contrario,
    sì fattamente gli era piaciuto il modello di Baccio, al quale s'ag-
    giugnevano le promesse et i vanti, vantandosi lui di passare il Davitte
    di Michelagnolo, et essendo ancora aiutato dal Boninsegni, il quale
30   diceva che Michelagnolo voleva ogni cosa per sé. Così fu priva la
    città d'un ornamento raro, quale indubitatamente sarebbe stato quel
    marmo informato dalla mano del Buonarroto. Il sopradetto modello
    di Baccio si truova oggi nella guardaroba del duca Cosimo, et è da
    lui tenuto carissimo e dagli artefici cosa rara.
35   Fu mandato Baccio a Carrara a veder questo marmo, et a' capo-
    maestri dell'Opera di Santa Maria del Fiore si dette commessione
    che lo conducessino per acqua insino a Signa su per lo fiume d'Arno.
    Quivi condotto il marmo vicino a Firenze a otto miglia, nel comin-
    ciare a cavarlo del fiume per condurlo per terra, essendo il fiume
40   basso da Signa a Firenze, cadde il marmo nel fiume, e tanto per la sua
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