Volume 5

Edizione Giuntina
    tinte co' lumi e con l'ombre non gli fusse stato insegnato da altri, ma
    che da sé l'avesse trovato, andò pensando come potesse fare; e tro-
    vò questo modo. Ricercò Andrea del Sarto suo amicissimo che gli
    facesse in un quadro di pittura a olio il suo ritratto, avvisando di
5   dovere di ciò conseguire duoi acconci al suo proposito: l'uno era il
    vedere il modo di mescolare i colori, l'altro il quadro e la pittura,
    la quale gli resterebbe in mano, et avendola veduta lavorare gli
    potrebbe, intendendola, giovare e servire per essempio. Ma Andrea
    accortosi, nel domandare che faceva Baccio, della sua intenzione e
10   sdegnandosi di cotal diffidanza et astuzia, perché era pronto a mo-
    strargli il suo desiderio, se come amico ne l'avesse ricerco, perciò
    senza far sembiante d'averlo scoperto, lasciando stare il far mestiche
    e tinte, messe d'ogni sorte colore sopra la tavolella, et azzuffandoli
    insieme col pennello, ora da questo et ora da quello togliendo con
15   molta prestezza di mano, così contrafaceva il vivo colore della carne
    di Baccio; il quale, sì per l'arte che Andrea usò e perché gli conveniva
    sedere e star fermo, se voleva esser dipinto, non potette mai vedere
    né apprendere cosa che egli volesse. E venne ben fatto ad Andrea
    di castigare insieme la diffidenza dell'amico e dimostrare, con quel
20   modo di dipignere da maestro pratico, assai maggiore virtù et espe-
    rienza dell'arte. Né per tutto questo si tolse Baccio dall'impresa, nella
    quale fu aiutato dal Rosso pittore, il quale più liberamente poi do-
    mandò di ciò ch'egli disiderava.
    Addunque apparato il modo del colorire, fece in un quadro a
25   olio i Santi Padri cavati del Limbo dal Salvatore, et in un altro qua-
    dro maggiore Noè, quando inebbriato dal vino scuopre in presenza
    de' figliuoli le vergogne. Provossi a dipignere in muro nella calcina
    fresca, e dipinse nelle facce di casa sua teste, braccia, gambe e torsi
    in diverse maniere coloriti; ma vedendo che ciò gli arrecava più dif-
30   ficultà che non s'era promesso nel seccare della calcina, ritornò allo
    studio di prima a far di rilievo. Fece di marmo una figura alta tre
    braccia d'un Mercurio giovane con un flauto in mano, nella quale
    molto studio messe, e fu lodata e tenuta cosa rara; la quale fu poi
    l'anno 1530 comperata da Giovanbatista Della Palla e mandata in
35   Francia al re Francesco, il quale ne fece grande stima.
    Dettesi con grande e sollecito studio a vedere et a fare minuta-
    mente anatomie, e così perseverò molti mesi et anni. E certamente
    in questo uomo si può grandemente lodare il desiderio d'onore e
    dell'eccellenza dell'arte e di bene operare in quella; dal quale desi-
40   derio spronato e da un'ardentissima voglia, la quale, più tosto che
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