Volume 5

Edizione Giuntina
    figliuole che di quella uscivano, et altra volta Gerione con Virgilio e
    Dante addosso, sì come da esso Dante si dice nell'Inferno, e molto
    prima Orfeo che traeva seco da esso inferno Euridice, et altre molte
    invenzioni -, ordinò Sua Eccellenza che non certi fantocciai, che ave-
5   vano già molt'anni fatto nelle girandole mille gofferie, ma un mae-
    stro eccellente facesse alcuna cosa che avesse del buono. Per che
    datene cura al Tribolo, egli con quella virtù et ingegno che avea
    l'altre cose fatto, ne fece una in forma di tempio a otto facce bellissi-
    mo, alta tutta con gl'ornamenti venti braccia; il qual tempio egli
10   finse che fusse quello della Pace, facendo in cima il simulacro della
    Pace che metta fuoco in un gran monte d'arme che aveva a' piedi;
    le quali armi, statua della Pace, e tutte altre figure che facevano es-
    sere quella machina bellissima, erano di cartoni, terra e panni in-
    collati, acconci con arte grandissima: erano, dico, di cotali materie,
15   acciò l'opera tutta fusse leggèri, dovendo essere da un canapo doppio,
    che traversava la piazza in alto, sostenuta per molto spazio alta da
    terra. Ben è vero che essendo stati acconci dentro i fuochi troppo
    spessi e le guide degli stopini troppo vicine l'una all'altra, che datole
    fuoco, fu tanta la veemenza dell'incendio, e grande e sùbita vampa,
20   che ella si accese tutta a un tratto et abbruciò in un baleno dove aveva
    a durare ad ardere un'ora almeno; e, che fu peggio, attaccatosi fuoco
    al legname et a quello che dovea conservarsi, si abbruciarono i canapi
    et ogni altra cosa a un tratto, con danno non piccolo e poco piacere
    de' popoli. Ma quanto apartiene all'opera, ella fu la più bella che altra
25   girandola la quale insino a quel tempo fusse stata fatta già mai.
    Volendo poi il Duca fare, per commodo de' suoi cittadini e mer-
    canti, la loggia di Mercato Nuovo, e non volendo più di quello ch'e'
    potesse aggravare il Tribolo - il quale, come capo maestro de' Ca-
    pitani di Parte e commessarii de' fiumi e sopra le fogne della città,
30   cavalcava per lo dominio per ridurre molti fiumi, che scorrevano con
    danno, ai loro letti, riturare ponti et altre cose simili -, diede il carico
    di quest'opera al Tasso, per consiglio del già detto messer Pierfran-
    cesco maiordomo, per farlo di falegname architettore: il che invero
    fu contra la volontà del Tribolo, ancorché egli nol mostrasse e fa-
35   cesse molto l'amico con esso lui. E che ciò sia vero, conobbe il Tri-
    bolo nel modello del Tasso molti errori, de' quali, come si crede, nol
    volle altrimenti avvertire; come fu quello de' capitelli delle
    colonne che sono a canto ai pilastri; i quali, non essendo tanto lon-
    tana la colonna che bastasse, quando tirato su ogni cosa si ebbeno
40   a mettere a' luoghi loro, non vi entrava la corona di sopra della cima
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