Volume 5

Edizione Giuntina
    quanto alle scale mostrò non ricordarsi più né di misure né d'altro.
    Il Tribolo dunque, essendo tornato a Firenze e non potendo segui-
    tare l'opera delle dette scale, si diede a far il pavimento della detta
    Libreria di mattoni bianchi e rossi, sì come alcuni pavimenti che ave-
5   va veduti in Roma; ma vi aggiunse un ripieno di terra rossa nella
    terra bianca mescolata col bolo per fare diversi intagli in que' mat-
    toni; e così in questo pavimento fece ribattere tutto il palco e sof-
    fittato di sopra, che fu cosa molto lodata. Cominciò poi, e non finì,
    per mettere nel maschio della fortezza della Porta a Faenza, per don
10   Giovanni di Luna allora castellano, un'arme di pietra bigia, et
    un'aquila di tondo rilievo grande con due capi, quale fece di cera
    perché fusse gettata di bronzo: ma non se ne fece altro, e dell'arme
    rimase solamente finito lo scudo. E perché era costume della città
    di Fiorenza fare quasi ogni anno per la festa di San Giovanni Bat-
15   tista in sulla piazza principale, la sera di notte, una girandola, cioè
    una machina piena di trombe di fuoco e di razzi et altri fuochi lavo-
    rati, la quale girandola aveva ora forma di tempio, ora di nave, ora
    di scogli e talora d'una città o d'uno inferno, come più piaceva al-
    l'inventore, fu dato cura un anno di farne una al Tribolo, il quale
20   la fece, come di sotto si dirà, bellissima. E perché delle varie maniere
    di tutti questi così fatti fuochi, e particolarmente de' lavorati, tratta
    Vannoccio Sanese et altri, non mi distenderò in questo; dirò bene
    alcune cose delle qualità delle girandole. Il tutto adunque si fa di
    legname con spazii larghi che spuntino in fuori da piè, acciò che i
25   raggi, quando hanno avuto fuoco, non accendano gl'altri,
    ma s'alzino mediante le distanze a poco a poco del pari, e secondando
    l'un l'altro, empiano il cielo del fuoco che è nelle grillande da som-
    mo e da piè; si vanno, dico, spartendo larghi, acciò non abrucino a
    un tratto e facciano bella vista. Il medesimo fanno gli scoppi, i quali,
30   stando legati a quelle parti ferme della girandola, fanno bellissime
    gazzarre. Le trombe similmente [si] vanno accomodando negli or-
    namenti e si fanno uscire le più volte per bocca di maschere o d'altre
    cose simili. Ma l'importanza sta nell'accomodarla in modo che i
    lumi, che ardono in certi vasi, durino tutta la notte e faccino la piazza
35   luminosa: onde tutta l'opera è guidata da un semplice stoppino, che
    bagnato in polvere piena di solfo et acqua vita, a poco a poco camina
    ai luoghi dove egli ha di mano in mano a dar fuoco, tanto che abbia
    fatto tutto. E perché si figurano, come ho detto, varie cose, ma che
    abbino che fare alcuna cosa col fuoco e sieno sottoposte agli incendii
40   et era stata fatta molto inanzi la città di Soddoma e Lotto con le
- pagina 222 -
pagina precedentepagina successiva