Volume 5

Edizione Giuntina
    fu cosa nuova e molto lodata, facendo massimamente congiungere
    l'arco di pietra sbiecato in modo da tutte le bande che riuscì forte,
    et ha molta grazia; et insomma questo ponte fu una molto bell'opera.
    Non molto inanzi, essendo venuta voglia al Duca di fare la sepol-
5   tura del signor Giovanni de' Medici suo padre, e disiderando il
    Tribolo di farla, ne fece un bellissimo modello a concorrenza d'uno
    che n'avea fatto Raffaello da Monte Lupo, favorito da Francesco
    di Sandro, maestro di maneggiare arme appresso a Sua Eccellenza.
    E così essendo risoluto il Duca che si mettesse in opera quello del
10   Tribolo, egli se n'andò a Carrara a far cavare i marmi, dove cavò anco
    i due pili per le logge di Castello, una tavola e molti altri marmi.
    Intanto, essendo messer Giovan Battista da Ricasoli, oggi vescovo di
    Pistoia, a Roma per negozii del signor Duca, fu trovato da Baccio
    Bandinelli, che aveva apunto finito nella Minerva le sepolture di
15   papa Leone Decimo e Clemente Settimo, e richiesto di favore ap-
    presso Sua Eccellenza; per che, avendo esso messer Giovanbatista
    scritto al Duca che il Bandinello disiderava servirlo, gli fu rescritto
    da Sua Eccellenza che nel ritorno lo menasse seco. Arivato adunque
    il Bandinello a Fiorenza, fu tanto intorno al Duca con l'audacia sua,
20   con promesse e mostrare disegni e modelli, che la sepoltura del detto
    signor Giovanni, la quale doveva fare il Tribolo, fu allogata a lui.
    E così presi de' marmi di Michelagnolo che erano in Fiorenza in
    via Mozza, guastatigli senza rispetto, cominciò l'opera; per che tor-
    nato il Tribolo da Carrara, trovò essergli stato levato, per essere egli
25   troppo freddo e buono, il lavoro.
    L'anno che si fece parentado fra il signor duca Cosimo et il signor
    don Petro di Tolledo marchese di Villafranca, allora veceré di Na-
    poli, pigliando il signor Duca per moglie la signora Leonora sua
    figliuola, nel farsi in Fiorenza l'apparato delle nozze, fu dato
30   cura al Tribolo di fare alla Porta al Prato, per la quale doveva la sposa
    entrare venendo dal Poggio, un arco trionfale; il quale egli fece bel-
    lissimo e molto ornato di colonne, pilastri, architravi, cornicioni e
    frontespizii. E perché il detto arco andava tutto pieno di storie e di
    figure, oltre alle statue, che furono di man del Tribolo, fecero tutte
35   le dette pitture Battista Franco Viniziano, Ridolfo Ghirlandaio e
    Michele suo discepolo. La principal figura dunque che fece il Tri-
    bolo in quest'opera, la quale fu posta sopra il frontespizio nella
    punta del mezzo sopra un dado fatto di rilievo, fu una femina di cin-
    que braccia, fatta per la Fecondità, con cinque putti, tre avolti alle
40   gambe, uno in grembo e l'altro al collo; e questa, dove cala il frontespizio,
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