Volume 5

Edizione Giuntina
    Falterona. Ma perché la figura di detto monte né la sua fonte ha mai
    avuto il suo fine, parleremo della fonte e del fiume Arno, che dal
    Tribolo fu condotto a perfezzione. Ha dunque questo fiume il suo
    vaso sopra una coscia, et appoggiasi con un braccio, stando a giacere,
5   sopra un leone che tiene un giglio in mano, e l'acqua riceve il vaso
    dal muro forato, dietro al quale aveva a essere la Falterona, nella
    maniera apunto che si è detto ricevere la sua la statua del Fiume
    Mugnone: e perché il pilo lungo è in tutto simile a quello di Mugno-
    ne, non dirò altro se non che è un peccato che la bontà et eccellenza
10   di queste opere non siano in marmo, essendo veramente bellissime.
    Seguitando poi il Tribolo l'opera del condotto, fece venire l'acqua
    della grotta, che passando sotto il giardino degl'aranci, e poi l'altro,
    la condusse al laberinto; e quivi preso in giro tutto il mezzo del labe-
    rinto, cioè il centro in buona larghezza, ordinò la canna del mezzo,
15   per la quale aveva a gettare acqua la fonte. Poi prese l'acque d'Arno
    e Mugnone, e ragunatele insieme sotto il piano del laberinto con
    certe canne di bronzo che erano sparse per quel piano con bell'or-
    dine, empié tutto quel pavimento di sottilissimi zampilli, di maniera
    che, volgendosi una chiave, si bagnano tutti coloro che s'accostano
20   per vedere la fonte: e non si può agevolmente né così tosto fuggire,
    perché fece il Tribolo intorno alla fonte et al lastricato, nel quale
    sono i zampilli, un sedere di pietra bigia sostenuto da branche di
    leone tramezzate da mostri marini di basso rilievo; il che fare fu
    cosa difficile, perché volle, poi che il luogo è in ispiaggia e sta la
25   squadra a pendìo, di quello far piano, e de' sederi il medesimo.
    Messa poi mano alla fonte di questo laberinto, le fece nel piede di
    marmo uno intrecciamento di mostri marini tutti tondi straforati,
    con alcune code aviluppate insieme così bene, che in quel genere non
    si può far meglio; e ciò fatto, condusse la tazza d'un marmo stato
30   condotto molto prima a Castello, insieme con una gran tavola pur
    di marmo, dalla villa dell'Antella, che già comperò messer Ottaviano
    de' Medici da Giuliano Salviati. Fece dunque il Tribolo per questa
    commodità, prima che non arebbe per aventura fatto, la detta tazza
    facendole intorno un ballo di puttini posti nella gola che è appresso
35   al labbro della tazza, i quali tengono certi festoni di cose marine
    traforati nel marmo con bell'artifizio; e così il piede, che fece sopra la
    tazza, condusse con molta grazia e con certi putti e maschere per
    gettare acqua, bellissimi; sopra il quale piede era d'animo il Tribolo
    che si ponesse una statua di bronzo alta tre braccia, figurata per una
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