Volume 5

Edizione Giuntina
    fonte, la cui tazza di marmo, come poi fu fatta, aveva a essere
    molto minore che la prima della fonte maggiore e principale; e que-
    sta in cima aveva ad avere una figura di bronzo che gettasse acqua.
    Alla fine di questo giardino aveva a essere nel mezzo una porta in
5   mezzo a certi putti di marmo che gettassino acqua, da ogni banda
    una fonte, e ne' cantoni nicchie doppie, dentro alle qual' an-
    davano statue, sì come nell'altre che sono nei muri dalle bande, nei
    riscontri de' viali che traversano il giardino, i quali tutti sono coperti
    di verzure in varii spartimenti. Per la detta porta, che è in cima a que-
10   sto giardino sopra alcune scale, si entra in un altro giardino largo
    quanto il primo, ma a dirittura non molto lungo rispetto al monte;
    et in questo avevano a essere dagli lati due altre logge, e nel muro
    dirimpetto alla porta, che sostiene la terra del monte, aveva a essere
    nel mezzo una grotta con tre pile, nella quale piovesse artifiziosa-
15   mente acqua: e la grotta aveva a essere in mezzo a due fontane nel
    medesimo muro collocate, e dirimpetto a queste due, nel muro del
    giardino, ne avevano a essere due altre, le quali mettessono in mezzo
    la detta porta. Onde tante sarebbono state le fonti di questo giardino
    quanto quelle dell'altro che gl'è sotto, e che da questo, il quale è
20   più alto, riceve l'acque; e questo giardino aveva a essere tutto pieno
    d'aranci, che vi arebbono avuto et averanno quanto che sia commodo
    luogo per essere dalle mura e dal monte difeso dalla tramontana et
    altri venti contrarii. Da questo si saglie per due scale di selice, una
    da ciascuna banda, a un salvatico di cipressi, abeti, lecci et allori, et
25   altre verzure perpetue con bell'ordine compartite; in mezzo alle quali
    doveva essere, secondo il disegno del Tribolo, come poi si è fatto,
    un vivaio bellissimo; e perché questa parte strignendosi a poco a
    poco fa un angolo, perché fusse ottuso, l'aveva a spuntare la lar-
    ghezza d'una loggia, che salendo parecchi scaglioni scopriva nel mez-
30   zo il palazzo, i giardini, le fonti e tutto il piano disotto et intorno, in-
    sino alla ducale villa del Poggio a Caiano, Fiorenza, Prato, Signa, e
    ciò che vi è all'intorno a molte miglia.
    Avendo dunque il già detto maestro Piero da San Casciano con-
    dotta l'opera sua dell'acquidotto infino a Castello, e messovi dentro
35   tutte l'acque della Castellina, sopragiunto da una grandissima feb-
    bre, in pochi giorni si morì; per che il Tribolo, preso l'assunto di gui-
    dare tutta quella muraglia da sé, s'avvedde, ancorché fussero in gran
    copia l'acque state condotte, che nondimeno erano poche a quello
    che egli si era messo in animo di fare, senzaché quella che veniva dal-
40   la Castellina non saliva a tanta altezza quanto era quella di che aveva
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