Volume 5

Edizione Giuntina
    amicissimo, che lavorava nell'Opera del Duomo di quella città due
    colonne con i capitelli di marmo, tutti traforati, che mettendo in
    mezzo l'altar maggiore et il tabernacolo del Sagramento doveva cia-
    scuna di loro aver sopra il capitello un Angelo di marmo alto un
5   braccio e tre quarti con un candeliere in mano, tolse, invitato dal
    detto Stagio, non avendo allora altro che fare, a far uno de' detti
    Angeli; e quello, finito con tanta perfezzione con quanta si può di
    marmo finir perfettamente un lavoro sottile e di quella grandezza,
    riuscì di maniera che più non si sarebbe potuto desiderare; perciò
10   che mostrando l'Angelo col moto della persona, volando, essersi
    fermo a tener quel lume, ha l'ignudo certi panni sottili intorno, che
    tornano tanto graziosi e rispondono tanto bene per ogni verso e per
    tutte le vedute, quanto più non si può esprimere. Ma avendo in
    farlo consumato il Tribolo, che non pensava se non alla dilettazione
15   dell'arte, molto tempo, e non avendone dall'Operaio avuto quel pa-
    gamento che si pensava, risolutosi a non voler fare l'altro e tornato
    a Firenze, si riscontrò in Giovanbatista della Palla, il quale in quel
    tempo non pur faceva far più che potea sculture e pitture, per man-
    dar in Francia al re Francesco Primo, ma comperava anticaglie d'o-
20   gni sorte e pitture d'ogni ragione, purché fussino di mano di buon'
    maestri, e giornalmente l'incassava e mandava via; e perché, quando
    appunto il Tribolo tornò, Giovanbatista aveva un vaso di granito
    antico di forma bellissima e voleva accompagnarlo, acciò servisse per
    una fonte di quel re, aperse l'animo suo al Tribolo e quello che dis-
25   segnava fare; onde egli messosi giù, gli fece una Dea della Natura,
    che alzando un braccio tiene con le mani quel vaso che le ha in sul
    capo il piede, ornata il primo filare delle poppe d'alcuni putti tutti
    traforati e spiccati dal marmo, che tenendo nelle mani certi festoni
    fanno diverse attitudini bellissime; seguitando poi l'altro ordine di
30   poppe piene di quadrupedi, et i piedi fra molti e diversi pesci,
    restò compiuta cotale figura con tanta diligenza e con tanta perfez-
    zione, ch'ella meritò, essendo mandata in Francia con altre cose,
    esser carissima a quel re e d'esser posta come cosa rara a Fonta-
    nableò.
35   L'anno poi 1529, dandosi ordine alla guerra et all'assedio di Fi-
    renze, papa Clemente Settimo per veder in che modo et in quai
    luoghi si potesse accommodare e spartir l'essercito, e vedere il sito
    della città appunto, avendo ordinato che segretamente fosse levata
    la pianta di quella città, cioè, di fuori a un miglio, il paese tutto,
40   con i colli, monti, fiumi, balzi, case, chiese et altre cose, dentro,
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