Volume 5

Edizione Giuntina
    et il quale, consigliandolo sempre al suo bene, fu cagione che
    mutasse maniera e pigliasse quella buona del Puntormo; l'altro (e
    questi lo stimolava più forte) era il vedere che Agnolo chiamato il
    Bronzino era molto tirato innanzi da Iacopo per una certa amorevole
5   sommessione, bontà e diligente fatica che aveva nell'imitare le cose
    del maestro, senzaché disegnava benissimo e si portava ne' colori
    di maniera, che diede speranza di dovere a quell'eccellenza e per-
    fezzione venire che in lui si è veduta e vede ne' tempi nostri.
    Giovan Antonio dunque, disideroso d'imparare e spinto dalle su-
10   dette cagioni, durò molti mesi a far disegni e ritratti dell'opere di
    Iacopo Puntormo tanto ben condotti e begli e buoni, che se egli
    avesse seguitato, e per la natura che l'aiutava, per la voglia del
    venire eccellente, e per la concorrenza e buona maniera del maestro,
    si sarebbe fatto eccellentissimo; e ne possono far fede alcuni disegni
15   di matita rossa, che di sua mano si veggiono nel nostro Libro. Ma i
    piaceri, come spesso si vede avvenire, sono ne' giovani le più volte
    nimici della virtù, e fanno che l'intelletto si disvia; e però bisogne-
    rebbe, a chi attende agli studi di qualsivoglia scienza, facultà et arte,
    non avere altre pratiche che di coloro che sono della professione, e
20   buoni e costumati. Giovan Antonio dunque, essendosi messo a stare,
    per essere governato, in casa d'un ser Raffaello di Sandro Zoppo,
    cappellano in San Lorenzo, al quale dava un tanto l'anno, dismesse
    in gran parte lo studio della pittura; perciò che, essendo questo
    prete galantuomo e dilettandosi di pittura, di musica e d'altri trat-
25   tenimenti, praticavano nelle sue stanze, che aveva in San Lorenzo,
    molte persone virtuose, e fra gl'altri messer Antonio da Lucca, mu-
    sico e sonator di liuto eccellentissimo, che allora era giovinetto, dal
    quale imparò Giovan Antonio a sonar di liuto. E se bene nel mede-
    simo luogo praticava anco il Rosso pittore et alcuni altri della pro-
30   fessione, si attenne più tosto il Lappoli agl'altri che a quelli dell'arte,
    da' quali arebbe potuto molto imparare et in un medesimo tempo
    trattenersi. Per questi impedimenti adunque si raffreddò in gran
    parte la voglia che aveva mostrato d'avere della pittura in Giovan
    Antonio; ma tuttavia, essendo amico di Pier Francesco di Iacopo
35   di Sandro, il quale era discepolo d'Andrea del Sarto, andava alcuna
    volta a disegnare seco nello Scalzo e pitture et ignudi di naturale;
    e non andò molto che, datosi a colorire, condusse de' quadri di
    Iacopo, e poi da sé alcune Nostre Donne e ritratti di naturale, fra i
    quali fu quello di detto messer Antonio da Lucca e quello
40   di ser Raffaello, che sono molto buoni.
- pagina 180 -
pagina precedentepagina successiva