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quest'opera fu lo studio et il passatempo di Domenico, né mai la |
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dismesse del tutto per altri suoi lavori. |
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Mentre dunque che lavorava quando in quella e quando altrove, |
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fece in San Francesco, a man ritta entrando in chiesa, una tavola |
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grande a olio, dentrovi Cristo che scende glorioso al limbo a trarne |
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i Santi Padri, dove fra molti nudi è una Eva bellissima; et un la- |
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drone, che è dietro a Cristo con la croce, è figura molto ben condotta; |
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e la grotta del limbo et i demonii e ' fuochi di quel luogo sono bizarri |
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affatto. E perché aveva Domenico oppenione che le cose colorite a |
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tempera si mantenessino meglio che quelle colorite a olio, dicendo |
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che gli pareva che più fussero invecchiate le cose di Luca da Cortona, |
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de' Pollaiuoli, e degli altri maestri che in quel tempo lavorarono a |
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olio, che quelle di fra' Giovanni, di fra' Filippo, di Benozzo e degli |
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altri che colorirono a tempera inanzi a questi, per questo, dico, si |
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risolvé, avendo a fare una tavola per la Compagnia di San Bernardino |
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in sulla piazza di San Francesco, di farla a tempera; e così la condusse |
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eccellentemente, facendovi dentro la Nostra Donna con molti Santi. |
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Nella predella, la quale fece similmente a tempera et è bellissima, |
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fece San Francesco che riceve le stimmate, e Sant'Antonio da Padova |
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che per convertire alcuni eretici fa il miracolo dell'asino che s'inchina |
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alla sacratissima ostia, e San Bernardino da Siena che predica al |
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popolo della sua città in sulla piazza de' Signori. Fece similmente |
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nelle facce di questa Compagnia due storie in fresco della |
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Nostra Donna, a concorrenza d'alcune altre che nel medesimo luogo |
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avea fatte il Soddoma. In una fece la Visitazione di S. Elisabetta, e |
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nell'altra il Transito della Madonna con gl'Apostoli intorno; l'una e |
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l'altra delle quali è molto lodata. |
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Finalmente, dopo essere stato molto aspettato a Genova dal pren- |
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cipe Doria, vi si condusse Domenico, ma con gran fatica, come quello |
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che era avezzo a una sua vita riposata e si contentava di quel tanto che |
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il suo bisogno chiedeva senza più; oltre che non era molto avezzo a |
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far viaggi, perciò che avendosi murata una casetta in Siena, et avendo |
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fuor della porta a Comollìa un miglio una sua vigna, la quale per |
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suo passatempo facea fare a sua mano e vi andava spesso, non si era |
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già un pezzo molto discostato da Siena. Arrivato dunque a Genova, |
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vi fece una storia a canto a quella del Pordenone, nella quale si portò |
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molto bene, ma non però di maniera che ella si possa fra le sue cose |
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migliori annoverare. Ma perché non gli piacevano i modi della corte |
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et era avezzo a viver libero, non stette in quel luogo molto con- |
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tento, anzi pareva in un certo modo stordito. Per che, venuto a fine |