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di quell'opera, chiese licenza al prencipe, e si partì per tornasene |
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a casa; e passando da Pisa per vedere quella città, dato nelle mani |
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a Batista del Cervelliera, gli furono mostrate tutte le cose più notabili |
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della città, e particularmente le tavole del Sogliano et i quadri che |
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sono nella nicchia del Duomo dietro all'altare maggiore. Intanto Se- |
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bastiano della Seta Operaio del Duomo, avendo inteso dal Cervel- |
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liera le qualità e virtù di Domenico, disideroso di finire quell'opera, |
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stata tenuta in lungo da Giovan Antonio Sogliani, allogò due quadri |
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della detta nicchia a Domenico, acciò gli lavorasse a Siena, e di là |
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gli mandasse fatti a Pisa; e così fu fatto. In uno è Moisè, che trovato |
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il popolo avere sacrificato al vitel d'oro, rompe le Tavole; et in questo |
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fece Domenico alcuni nudi, che sono figure bellissime; e nell'altro |
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è lo stesso Moisè, e la terra che si apre et inghiottisce una parte del |
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popolo, et in questo anco sono alcuni ignudi morti da certi lampi di |
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fuoco, che sono mirabili. Questi quadri condotti a Pisa furono ca- |
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gione che Domenico fece in quattro quadri, dinanzi a questa nicchia, |
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cioè due per banda, i quattro Evangelisti, che furono quattro figure |
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molto belle. Onde Sebastiano della Seta, che vedeva d'esser servito |
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presto e bene, fece fare dopo questi a Domenico la tavola d'una delle |
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cappelle del Duomo, avendone infino allora fatte quattro il Sogliano. |
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Fermatosi dunque Domenico in Pisa, fece nella detta tavola la No- |
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stra Donna in aria col putto in collo, sopra certe nuvole rette da |
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alcuni putti, e da basso molti Santi e Sante assai bene condotti, ma |
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non però con quella perfezzione che furono i sopradetti quadri. Ma |
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egli scusandosi di ciò con molti amici, e particolarmente una volta con |
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Giorgio Vasari, diceva che come era fuori dell'aria di Siena e di certe |
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sue commodità, non gli pareva saper far alcuna cosa. |
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Tornatosene dunque a casa, con proposito di non volersene più, |
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per andar a lavorar altrove, partire, fece in una tavola a olio, per le |
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monache di S. Paolo vicine a S. Marco, la natività di Nostra Donna |
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con alcune balie, e S. Anna in un letto che scorta, finto dentro a |
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una porta; una donna in uno scuro che, asciugando panni, non ha |
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altro lume che quello che le fa lo splendor del fuoco. Nella predella, |
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che è vaghissima, sono tre storie a tempera: essa Vergine presentata |
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al tempio, lo Sposalizio, e l'Adorazione de' Magi. Nella Mer- |
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canzia, tribunale in quella città, hanno gl'uffiziali una tavoletta, la |
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quale dicono fu fatta da Domenico quando era giovane, che è bellis- |
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sima; dentro vi è un San Paolo in mezzo che siede, e dagli lati la sua |
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Conversione in uno di figure piccole, e nell'altro quando fu decapi- |
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tato. Finalmente fu data a dipignere a Domenico la nicchia grande |