Volume 5

Edizione Giuntina
    come anco paiono alcune figure che sono a basso. Nell'altro quadro è
    Spurio Melio, che fu dell'ordine de' Cavalieri, il quale fu ucciso da
    Servilio tribuno, per avere sospettato il popolo che si facesse tiranno
    della patria; il quale Servilio sedendo con molti a torno, uno ch'è nel
5   mezzo mostra Spurio in terra morto in una figura fatta con molta
    arte.
    Ne' tondi poi, che sono ne' cantoni dove sono le otto figure, sono
    molti uomini stati rarissimi per avere difesa la patria. Nella parte
    principale è il famosissimo Fabio Massimo a sedere et armato. Dal-
10   l'altro lato è Speusippo duca de' Tegieti, il quale, volendogli persua-
    der un amico che si levasse dinanzi un suo avversario et emulo, ri-
    spose non volere, da particolar interesse spinto, privare la patria
    d'un sì fatto cittadino. Nel tondo, che è nell'altro canto che segue, è
    da una parte Celio pretore, che per avere combattuto contra il con-
15   siglio e volere degl'Aruspici, ancorché vincesse et avesse la vittoria,
    fu dal Senato punito; et a lato gli siede Trasibulo che, accompagnato
    da alcuni amici, uccise valorosamente trenta tiranni per liberar la
    patria: e questi è un vecchio raso con i capegli bianchi, il quale ha
    sotto il suo nome, sì come hanno anco tutti gl'altri. Dall'altra parte,
20   nel cantone di sotto, in un tondo è Genuzio Cippo pretore, al quale,
    essendosi posto in testa un uc[c]ello prodigiosamente con l'ali in
    forma di corna, fu risposto dall'oracolo che sarebbe re della sua
    patria, onde egli elesse, essendo già vecchio, d'andare in esilio per
    non soggiogarla; e perciò fece a costui Domenico uno uc[c]ello in
25   capo. Appresso a costui siede Caronda, il quale essendo tornato di
    villa et in un sùbito andato in Senato senza disa[r]marsi, contra
    una legge che voleva che fusse ucciso chi entrasse in senato con arme,
    uccise se stesso, accortosi dell'errore. Nell'ultimo tondo dall'altra
    parte è Damone e Pitia, la singolar amicizia de' quali è notissima, e
30   con loro è Dionisio tiranno di Sicilia; et allato a questi siede Bruto,
    che per zelo della patria condannò a morte due suoi figliuoli perché
    cercavano di far tornare alla patria i Tarquini.
    Quest'opera adunque, veramente singolare, fece conoscere a' sa-
    nesi la virtù e valore di Domenico, il quale mostrò in tutte le sue az-
35   zioni arte, giudizio et ingegno bellissimo. Aspettandosi, la prima
    volta che venne in Italia l'imperator Carlo V, che andasse a Siena
    per averne dato intenzione agl'ambasciadori di quella republica,
    fra l'altre cose che si fecero magnifiche e grandissime per ricevere
    un sì grande imperatore, fece Domenico un cavallo di tondo
40   rilievo di braccia otto, tutto di carta pesta e vòto dentro; il peso del
- pagina 171 -
pagina precedentepagina successiva