Volume 5

Edizione Giuntina
    cosa degna di memoria che una facciata in Borgo con un'arme colo-
    rita di papa Giulio Secondo.
    In questo tempo, essendo condotto in Siena, come si dirà a suo
    luogo, da uno degli Spanocchi mercante, Giovan Antonio da Ver-
5   zelli pittore, e giovane assai buon pratico e molto adoperato da'
    gentiluomini di quella città (che fu sempre amica e fautrice di tutti
    i virtuosi) e particolarmente in fare ritratti di naturale, intese ciò
    Domenico, il quale molto desiderava di tornare alla patria. Onde
    tornatosene a Siena, veduto che Giovann'Antonio aveva gran fon-
10   damento nel disegno, nel quale sapeva che consiste l'eccellenza
    degl'artefici, si mise con ogni studio, non gli bastando quello che
    aveva fatto in Roma, a seguitarlo, esercitandosi assai nella notomia
    e nel fare ignudi. Il che gli giovò tanto, che in poco tempo cominciò
    a essere in quella città nobilissima molto stimato. Né fu meno amato
15   per la sua bontà e costumi che per l'arte, perciò che dove Giovan
    Antonio era bestiale, licenzioso e fantastico, e chiamato, perché
    sempre praticava e viveva con giovinetti sbarbati, il Soddoma, e per
    tale ben volentieri rispondeva, era dall'altro lato Domenico tutto co-
    stumato e da bene, e vivendo cristianamente, e' stava il più del tem-
20   po solitario. E perché molte volte sono più stimati dagl'uomini certi
    che sono chiamati buon' compagni e sollazevoli che i virtuosi e
    costumati, i più de' giovani sanesi seguitavano il Soddoma, celebran-
    dolo per uomo singulare. Il qual Soddoma, perché, come capriccioso,
    aveva sempre in casa, per sodisfare al popolaccio, papagalli, bertuc-
25   cie, asini nani, cavalli piccoli dell'Elba, un corbo che parlava, barbari
    da correr palii, et altre sì fatte cose, si aveva acquistato un nome fra il
    volgo, che non si diceva se non delle sue pazzie.
    Avendo dunque il Soddoma colorito a fresco la facciata della casa
    di messer Agostino Bardi, fece a sua concorrenza Domenico in quel
30   tempo medesimo, dalla colonna della Postierla vicina al Duomo, la
    facciata d'una casa de' Borghesi, nella quale mise molto studio. Sotto
    il tetto fece in un fregio di chiaroscuro alcune figurine molto lodate, e
    negli spazii, fra tre ordini di finestre di trevertino che ha questo pa-
    lagio, fece e di color di bronzo, di chiaroscuro e colorite, molte figure
35   di Dii antichi e d'altri, che furono più che ragionevoli, se bene fu
    più lodata quella del Soddoma; e l'una e l'altra di queste facciate fu
    condotta l'anno 1512. Dopo fece Domenico in San Benedetto, luogo
    de' monaci di Monte Oliveto fuor della porta a Tufi, in una tavola
    Santa Caterina da Siena che riceve le stimmate, sotto un casamento,
40   un San Benedetto ritto da man destra, et a sinistra un San Ieronimo
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