Volume 5

Edizione Giuntina
    nato in grembo alla Vergine, et uno ignudo che sedendo volta le
    spalle in bella maniera, e similmente in un ovato una Nostra Donna
    a giacere, e molte altre che si veggiono fuori di suo, stampate dopo la
    morte di lui da Ioannicolò Vicentino. Ma le più belle poi sono state
5   fatte da Domenico Beccafumi sanese dopo la morte del detto Parmi-
    giano, come si dirà largamente nella Vita di esso Domenico.
    Non è anco stata se non lodevole invenzione l'essere stato trovato
    il modo da intagliare le stampe più facilmente che col bulino, se bene
    non vengono così nette; cioè con l'acqua forte, dando prima in sul ra-
10   me una coverta di cera o di vernice o colore a olio, e disegnando poi
    con un ferro che abbia la punta sottile, che sgraffi la cera o la vernice
    o il colore che sia: perché messavi poi sopra l'acqua da partire, rode
    il rame di maniera che lo fa cavo, e vi si può stampare sopra. E di
    questa sorte fece Francesco Parmigiano molte cose piccole che sono
15   molto graziose, sì come una Natività di Cristo, quando è morto e
    pianto dalle Marie, uno de' panni di cappella fatti col disegno
    di Raffaello, e molte altre cose. Dopo costoro ha fatto cinquanta
    carte di paesi varii e belli Batista pittore vicentino, e Battista del
    Moro veronese; et in Fiandra ha fatto Ieronimo Coca l'Arti liberali;
20   et in Roma fra' Bastiano viniziano la Visitazione della Pace e quella
    di Francesco Salviati della Misericordia, la festa di Testaccio, oltre
    a molte opere che ha fatto in Vinezia Battista Franco pittore, e molti
    altri maestri.
    Ma per tornare alle stampe semplici di rame, dopo che Marcan-
25   tonio ebbe fatto tante opere quanto si è detto di sopra, capitando in
    Roma il Rosso, gli persuase il Baviera che facesse stampare alcuna
    delle cose sue; onde egli fece intagliare a Gian Iacopo del Caraglio
    veronese, che allora aveva bonissima mano e cercava con ogni in-
    dustria d'imitare Marcantonio, una sua figura di notomia secca, che
30   ha una testa di morte in mano e siede sopra un serpente, mentre un
    cigno canta; la quale carta riuscì di maniera, che il medesimo fece
    poi intagliare in carte di ragionevole grandezza alcuna delle forze
    d'Ercole: l'ammazzar dell'Idra, il combatter col Cerbero, quando
    uccide Cacco, il rompere le corna al toro, la battaglia de' Centauri,
35   e quando Nesso centauro mena via Deianira. Le quali carte riusci-
    rono tanto belle e di buono intaglio, che il medesimo Iacopo con-
    dusse, pure col disegno del Rosso, la storia delle Piche, le quali, per
    voler contendere e cantare a pruova e a gara con le Muse, furono
    convertire in cornacchie. Avendo poi il Baviera fatto disegnare al
40   Rosso, per un libro, venti Dei posti in certe nicchie con i loro instrumenti,
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