Volume 5

Edizione Giuntina
    Era a Perino nel suo dimorare tanti anni in Genova, ancora che
    egli ne cavasse utilità e piacere, venutagli a fastidio, ricordandosi di
    Roma nella felicità di Leone; e quantunque egli nella vita del car-
    dinale Ippolito de' Medici avesse avuto lettere di servirlo, e si fusse
5   disposto a farlo, la morte di quel signore fu cagione che così presto
    egli non si rimpaniassi. Stando dunque le cose in questo termine, e
    molti suoi amici procurando il suo ritorno, et egli infinitamente più
    di loro, andarono più lettere in volta, et in ultimo una mattina gli
    toccò il capriccio, e senza far motto partì di Pisa et a Roma si con-
10   dusse; dove fattosi conoscere al reverendissimo cardinale Farnese, e
    poi a papa Paulo, stè molti mesi che egli non fece niente: prima,
    perché era trattenuto d'oggi in domane, e poi perché gli venne male
    in un braccio, di sorte che egli spese parecchi centinaia di scudi, senza
    il disagio, inanzi ch'e' ne potessi guarire; per il che, non avendo chi lo
15   trattenesse, fu tentato, per la poca carità della corte, partirsi molte
    volte; pure il Molza e molti altri suoi amici lo confortavano ad aver
    pacienza, con dirgli che Roma non era più quella, e che ora ella vuole
    che un sia stracco et infastidito da lei innanzi ch'ella l'elegga et acca-
    rezzi per suo, e massimamente chi seguita l'orme di qualche bella
20   virtù.
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Edizione Torrentiniana
    Era a Perino nel suo dimorare tanti anni in Genova, ancora che egli ne
    cavasse utilità e piacer[e], venutali a fastidio, ricordandosi di Roma nella
    felicità di Leone; e quantunque egli nella vita del cardinale Ipolito de'
    Medici avesse avuto lettere di servirlo, e si fusse disposto a farlo, la mor-
25   te di quel signore fu cagione che così presto egli non si rimpaniassi.
    Stando le cose in questo termine, molti suoi amici procuravano il suo
    ritorno, et egli infinitamente più di loro; così andorono più lettere
    in volta, et in ultimo una mattina gli toccò il capriccio, e senza far motto
    partì di Pisa et a Roma si condusse; e fattosi conoscere al reverendissimo
30   cardinale Farnese, e poi a papa Paulo, stè molti mesi che egli non fece
    niente: prima, perché era trattenuto d'oggi in domane, e poi perché gli
    venne male innùun braccio, di sorte che egli spese parecchi centi di scudi,
    senza il disagio, inanzi che e' potesse guarire; per il che, non avendo chi lo
    trattenessi, fu tentato, per la poca carità della corte, partirsi molte volte;
35   pure il Molza e molti altri suoi amici lo confortavano ad avere pacienzia,
    con persuaderli che Roma non era più quella, e che ora ella vuole che un
    sia stracco et infastidito da lei innanzi ch'ella lo elegga et acarezzi per
    suo, e massime chi seguita l'orme di qualche bella virtù.
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