Volume 5

Edizione Giuntina
    e la mise al suo luogo. Ritornato non molto dopo Perino in Pisa,
    vedendo l'opera del Sogliano si sdegnò, né volle altrimenti seguitare
    quello che aveva cominciato, dicendo non volere che le sue pitture
    servissino per fare ornamento ad altri maestri. Laonde si rimase per
5   lui imperfetta quell'opera, e Giovan Antonio la seguitò, tanto che
    egli vi fece quattro tavole; le quali parendo poi a Sebastiano della
    Seta, nuovo Operaio, tutte in una medesima maniera e più tosto
    manco belle della prima, ne allogò a Domenico Beccafumi sanese,
    dopo la prova di certi quadri che egli fece intorno alla sagrestia, che
10   son molto belli, una tavola ch'egli fece in Pisa. La quale non sodisfa-
    cendoli come i quadri primi, ne fecero fare due ultime che vi man-
    cavano a Giorgio Vasari aretino, le quali furono poste alle due porte
    accanto alle mura delle cantonate nella facciata dinanzi della chiesa:
    de le quali, insieme con le altre molte opere grandi e piccole sparse
15   per Italia e fuora in più luoghi, non conviene che io parli altramenti,
    ma ne lascerò il giudizio libero a chi le ha vedute o vedrà. Dolse
    veramente quest'opera a Perino, avendo già fatti i disegni, che erano
    per riuscire cosa degna di lui, e da far nominar quel tempio, oltre al-
    l'antichità sue, molto maggiormente, e da fare immortale Perino
20   ancora.
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Edizione Torrentiniana
    messe al luogo suo. Ritornato Perino in Pisa, e visto l'opera di Giovan
    Antonio, sdegnatosi non volse seguitare il principio fatto da lui, dicendo
    che non voleva che le sue pitture servissino per fare ornamento ad altri
    maestri. Laonde si rimase per lui imperfetta quell'opera, e Giovann'Anto-
25   nio la seguitò, tanto che egli vi fece quattro tavole; le quali parendo poi a
    Sebastiano della Seta, nuovo Operaio, tutte in una medesima maniera
    e più tosto manco belle della prima, ne allogò a Domenico Beccafumi sa-
    nese, dopo la prova di certi quadri che egli fece intorno alla sagrestia,
    che son molto belli, una tavola che egli fece in Pisa. La quale non satisfa-
30   cendoli come i quadri primi, ne fecero fare due ultime che vi mancavano a
    Giorgio Vasari aretino, le quali furono poste alle due porte accanto alle
    mura delle cantonate nella facciata dinanzi della chiesa: de le quali,
    insieme con le altre molte opere grandi e piccole sparse per Italia e fuora
    [in] più luoghi, non conviene che io ne parli altrimenti, ma ne lascerò il
35   giudizio libero a chi le ha vedute o vedrà. Dolse veramente questa opera a
    Perino, avendo già fattone i disegni, che erano per riuscire cosa degna di
    lui, e da far nominar quel tempio, oltre alla antichità sua, molto maggior-
    mente, e da far immortale Perino ancora.
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