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trattenendosi e vedendo Genova, continovava o poco o assai al car- |
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tone, di maniera che già n'era finito gran parte in diverse |
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fogge, e disegnati quegli ignudi, altri di chiaro e scuro, altri di car- |
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bone e di lapis nero, altri gradinati, altri tratteggiati e dintornati |
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solamente; mentre, dico, che Perino stava così e non cominciava, |
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Girolamo da Trevisi mormorava di lui, dicendo: «Che cartoni e non |
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cartoni! Io, io ho l'arte su la punta del pennello». E sparlando più |
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volte in questa o simil maniera, pervenne agli orecchi di Perino; il |
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quale presone sdegno, sùbito fece conficcare nella volta, dove aveva |
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ândare la storia dipinta, il suo cartone; e levato in molti luoghi le |
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tavole del palco, acciò si potesse veder di sotto, aperse la sala. Il |
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che sentendosi, corse tutta Genova a vederlo, e stupiti del gran di- |
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segno di Perino, lo celebrarono immortalmente. Andòvvi fra gli altri |
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Girolamo da Trivisi, il quale vide quello che egli mai non pensò ve- |
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dere di Perino; onde spaventato dalla bellezza sua, si partì di Genova |
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senza chieder licenza al prencipe Doria, tornandosene in Bologna, |
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dove egli abitava. Restò adunque Perino a servire il prencipe, e finì |
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questa sala colorita in muro a olio, che fu tenuta et è cosa singu- |
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larissima nella sua bellezza, essendo, come dissi, in mezzo della |
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volta e dattorno e fin sotto le lunette, lavori di stucchi bellissimi. |