Volume 5

Edizione Giuntina
    di che la sua poca cortesia era degna; perciò che avendo finita
    Marcantonio la carta, prima che Baccio lo sapesse, andò, essendo
    del tutto avisato, al Papa, che infinitamente si dilettava delle cose del
    disegno, e gli mostrò l'originale stato disegnato dal Bandinello, e
5   poi la carta stampata; onde il Papa conobbe che Marcantonio con
    molto giudizio avea non solo non fatto errori, ma correttone molti
    fatti dal Bandinello e di non piccola importanza, e che più avea
    saputo et operato egli coll'intaglio che Baccio col disegno. E così il
    Papa lo commendò molto e lo vide poi sempre volentieri, e si crede
10   gl'averebbe fatto del bene; ma succedendo il sacco di Roma, di-
    venne Marcantonio poco meno che mendico, perché oltre al perdere
    ogni cosa, se volle uscire delle mani degli Spagnuoli, gli bisognò
    sborsare una buona taglia; il che fatto, si partì di Roma né vi tornò
    mai poi: là dove poche cose si veggiono fatte da lui da quel tempo in
15   qua. È molto l'arte nostra obligata a Marcantonio, per avere egli
    in Italia dato principio alle stampe, con molto giovamento e utile
    dell'arte e commodo di tutti i virtuosi, onde altri hanno poi fatte
    l'opere che di sotto si diranno.
    Agostino Viniziano adunque, del quale si è di sopra ragionato,
20   venne dopo le cose dette a Fiorenza con animo d'accostarsi ad An-
    drea del Sarto, il quale dopo Raffaello era tenuto de' migliori dipin-
    tori d'Italia; e così da costui persuaso Andrea a mettere in istampa
    l'opere sue, disegnò un Cristo morto sostenuto da tre Angeli; ma
    perché ad Andrea non riuscì la cosa così apunto secondo la fantasia
25   sua, non volle mai più mettere alcuna sua opera in istampa. Ma al-
    cuni dopo la morte sua hanno mandato fuori la Visitazione di Santa
    Elisabetta, e quando San Giovanni battezza alcuni popoli, tolti dalla
    storia di chiaroscuro che esso Andrea dipinse nello Scalzo di Firenze.
    Marco da Ravenna parimente, oltre le cose che si sono dette, le quali
30   lavorò in compagnia d'Agostino, fece molte cose da per sé, che si
    conoscono al suo già detto segno, e sono tutte e buone e lodevoli.
    Molti altri ancora sono stati dopo costoro che hanno benissimo
    lavorato d'intagli e fatto sì che ogni provincia ha potuto godere e
    vedere l'onorate fatiche degl'uomini eccellenti. Né è mancato a chi
35   sia bastato l'animo di fare con le stampe di legno carte che paiono
    fatte col pennello a guisa di chiaroscuro, il che è stato cosa ingegnosa
    e difficile: e questi fu Ugo da Carpi, il quale, se bene fu mediocre
    pittore, fu nondimeno in altre fantasticherie d'acutissimo ingegno.
    Costui dico, come si è detto nelle Teoriche al trentesimo capitolo,
40   fu quegli che primo si provò, e gli riuscì felicemente, a fare con due
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