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Messo in esecuzione questo pensiero, cominciò a disegnare nella |
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cappella di papa Giulio, dove la volta di Michelagnolo Buonarroti |
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era dipinta da lui seguitando gli andari e la maniera di Raffaello |
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da Urbino. E così continuando a le cose antiche di marmo, e sotto- |
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terra a le grotte per la novità delle grottesche, imparò i modi del |
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lavorare di stucco, e mendicando il pane con ogni stento, sopportò |
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ogni miseria per venir eccellente in questa professione. Né vi corse |
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molto tempo ch'egli divenne, fra quegli che disegnavano in Roma, |
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il più bello e miglior disegnatore che ci fusse, attesoché meglio in- |
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tendeva i muscoli e le difficultà dell'arte negli ignudi che forse molti |
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altri, tenuti maestri allora de' migliori. La qual cosa fu cagione che |
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non solo fra gli uomini della professione, ma ancora fra molti signori |
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e prelati, e' fosse conosciuto, e massimamente che Giulio Romano |
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e Giovan Francesco detto il Fattore, discepoli di Raffaello da Ur- |
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bino, lodatolo al maestro pur assai, fecero ch'e' lo volle conoscere |
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e vedere l'opere sue ne' disegni; i quali piaciutili, et insieme col fa- |
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r[e] e la maniera e lo spirito et i modi della vita, giudicò lui, fra tanti |
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quanti ne aveva conosciuti, dover venire in gran perfezzione in |
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quell'arte. |
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Essendo intanto state fabbricate da Raffaello da Urbino le logge |