Volume 5

Edizione Giuntina
    Messo in esecuzione questo pensiero, cominciò a disegnare nella
    cappella di papa Giulio, dove la volta di Michelagnolo Buonarroti
    era dipinta da lui seguitando gli andari e la maniera di Raffaello
    da Urbino. E così continuando a le cose antiche di marmo, e sotto-
5   terra a le grotte per la novità delle grottesche, imparò i modi del
    lavorare di stucco, e mendicando il pane con ogni stento, sopportò
    ogni miseria per venir eccellente in questa professione. Né vi corse
    molto tempo ch'egli divenne, fra quegli che disegnavano in Roma,
    il più bello e miglior disegnatore che ci fusse, attesoché meglio in-
10   tendeva i muscoli e le difficultà dell'arte negli ignudi che forse molti
    altri, tenuti maestri allora de' migliori. La qual cosa fu cagione che
    non solo fra gli uomini della professione, ma ancora fra molti signori
    e prelati, e' fosse conosciuto, e massimamente che Giulio Romano
    e Giovan Francesco detto il Fattore, discepoli di Raffaello da Ur-
15   bino, lodatolo al maestro pur assai, fecero ch'e' lo volle conoscere
    e vedere l'opere sue ne' disegni; i quali piaciutili, et insieme col fa-
    r[e] e la maniera e lo spirito et i modi della vita, giudicò lui, fra tanti
    quanti ne aveva conosciuti, dover venire in gran perfezzione in
    quell'arte.
20   Essendo intanto state fabbricate da Raffaello da Urbino le logge
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Edizione Torrentiniana
    Messo in esecuzione questo pensiero, cominciò a disegnare nella cap-
    pella di papa Iulio, dove la volta di Michelagnolo Buonarroti era di-
    pinta da lui seguitando gli andari e la maniera di Raffaello da Urbi-
    no. E così continuando a le cose antiche di marmo, e sotto terra a le
25   grotte per la novità delle grottesche, imparò i modi del lavorar di stuc-
    co, e mendicando il pane con ogni stento, sopportò ogni miseria per ve-
    nir eccellente in questa professione. Né vi corse molto tempo che egli di-
    venne, fra quegli che disegnavano in Roma, il più bello e miglior disegna-
    tore che ci fusse, attesoché meglio intendeva i muscoli e le difficultà del
30   l'arte negli ignudi che forse molti altri, tenuti maestri allora dei migliori.
    La qual cosa fu cagione che non solo fra gli uomini della professione, ma
    ancora fra molti signori e prelati e' fosse conosciuto, e massime che Giu-
    lio Romano e Giovan Francesco detto il Fattore, discepoli di Raffaello da
    Urbino, lodatolo al maestro pur assai, fecero ch'e' lo volse conoscere e
35   vedere l'opre sue ne' disegni; i quali piaciutili, insieme col fare e la manie-
    ra e lo spirito et i modi della vita, giudicò lui, fra tanti quanti ne avea co-
    nosciuti, dover venire in gran perfezzione in quell'arte.
    Erano già state fabbricate da Raffaello da Urbino le logge papali
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