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vedere in casa gli eredi del detto messer Ottaviano. Ritrasse il me- |
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desimo papa Paolo Farnese, sùbito che fu fatto sommo Pontefice; |
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e cominciò il duca di Castro suo figliuolo, ma non lo finì, come non |
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fece anche molte altre cose, alle quali avea dato principio. |
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Aveva fra' Sebastiano vicino al Popolo una assai buona casa, la |
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quale egli si avea murata, et in quella con grandissima contentezza |
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si vivea senza più curarsi di dipignere o lavorare, usando spesso |
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dire che è una grandissima fatica avere nella vecchiezza a raffrenare |
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i furori a' quali nella giovanezza gli artefici per utilità, per onore e |
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per gara si sogliono mettere; e che non era men prudenza cercare di |
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viver quieto, che vivere con le fatiche inquieto per lasciare di sé |
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nome dopo la morte, dopo la quale hanno anco quelle fatiche e l'opere |
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tutte ad avere, quando che sia, fine e morte; e come egli queste cose |
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diceva, così a suo potere le metteva in essecuzione, perciò che i mi- |
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gliori vini e le più preziose cose che avere si potessero cercò sempre |
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d'avere per lo vitto suo, tenendo più conto della vita che dell'arte. |
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E perché era amicissimo di tutti gli uomini virtuosi, spesso avea |
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seco a cena il Molza e messer Gandolfo, facendo bonissima cera. |
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Fu ancora suo grandissimo amico messer Francesco Berni fiorentino, |
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che gli scrisse un capitolo, al quale rispose fra' Sebastiano con un altro |