Volume 4

Edizione Giuntina
    modo con grazia che il disegno di quella non può nessuna mano
    meglio in essa levare e sminuire. Si vede ne' suoi capitegli, che sono
    a foglie di ulivo di dentro, et in tutta l'opera, dorica di fuori, strana-
    mente bellissima, di quanta terribilità fosse l'animo di Bramante,
5   che invero, s'egli avesse avuto le forze eguali allo ingegno di che
    aveva adorno lo spirito, certissimamente avrebbe fatto cose inaudite
    più che non fece; perché oggi questa opera, come si dirà a' suoi luoghi,
    è stata dopo la morte sua molto travagliata dagli architettori, e tal-
    mente che si può dire che da' quat[t]ro archi in fuori che reggono
10   la tribuna, non via sia rimasto altro di suo, perché Raffaello da Urbino
    e Giuliano da San Gallo, essecutori doppo la morte di Giulio II
    di quella opera insieme con fra' Giocondo veronese, vollon comin-
    ciare ad alterarla; e doppo la morte di questi, Baldassarri Peruzzi,
    facendo nella crociera verso Camposanto la cappella del re di Fran-
15   cia, alterò quel[l''] ordine; e sotto Paulo III Antonio da San Gallo lo
    mutò tutto; e poi Michelagnolo Buonaruoti ha tolto via le tante
    openioni e spese superflue, riducendolo a quella bellezza e perfez-
    zione che nessuno di questi ci pensò mai, venendo tutto dal dise-
    gno e giudizio suo, ancora ch'egli dicesse a me parec[c]hie volte
20   che era esecutore del disegno et ordine di Bramante, attesoché coloro
    che piantano la prima volta uno edifizio grande, son quegli gli
    autori.
    Apparve smisurato il concetto di Bramante in questa opera: e gli
    diede un principio grandissimo, il quale se nella grandezza di sì
25   stupendo e magnifico edifizio avesse cominciato minore, non valeva
    né al San Gallo né [a]gli altri, neanche al Buonaruoto, il disegno per
    acrescerlo, come e' valse per diminuillo, perché Bramante aveva con-
    cetto di fare mag[g]ior cosa. Dicesi che egli aveva tanta voglia di ve-
    dere questa fabrica andare innanzi, che e' rovinò in San Piero molte
30   cose belle di sepolture di papi, di pitture e di musaici, e che perciò
    aviàno smarrito la memoria di molti ritratti di persone grandi che
    erano sparse per quella chiesa, come principale di tutti i cristiani.
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Edizione Torrentiniana
    non può nessuna mano meglio in essa levare e sminuire. Si vede ne' suoi
    capitegli, che sono a foglie di ulivo di dentro, et in tutta l'opera, dorica
35   di fuori, stranamente bellissima, di quanta terribilità fosse l'animo di
    Bramante, che invero, s'egli avesse avuto le forze eguali allo ingegno
    di che aveva adorno lo spirito, certissimamente avrebbe fatto cose inau-
    dite più che non fece.
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