Volume 4

Edizione Giuntina
    che la cominciò ad usare nelle cose sue il Francia Bolognese e Pietro
    Perugino; et i popoli nel vederla corsero come matti a questa bel-
    lezza nuova e più viva, parendo loro assolutamente che e' non si po-
    tesse già mai far meglio.
5   Ma lo errore di costoro dimostrarono poi chiaramente le opere
    di Lionardo da Vinci, il quale dando principio a quella terza ma-
    niera che noi vogliamo chiamare la moderna, oltra la gagliardezza e
    bravezza del disegno, et oltra il contraffare sottilissimamente tutte le
    minuzie della natura così apunto come elle sono, con buona regola,
10   miglior ordine, retta misura, disegno perfetto e grazia divina, abbon-
    dantissimo di copie e profondissimo di arte, dette veramente alle sue
    figure il moto et il fiato. Seguitò dopo lui, ancora che alquanto lonta-
    no, Giorgione da Castelfranco, il quale sfumò le sue pitture e det-
    te una terribil movenzia alle sue cose per una certa oscurità di ombre
15   bene intese. Né meno di costui diede alle sue pitture forza, rilievo,
    dolcezza e grazia ne' colori fra' Bartolomeo di San Marco: ma più di
    tutti il graziosissimo Raffaello da Urbino, il quale studiando le fati-
    che de' maestri vecchi e quelle de' moderni, prese da tutti il meglio,
    e fattone raccolta, arricchì l'arte della pittura di quella intera perfezzione
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Edizione Torrentiniana
20   cose sue il Francia Bolognese e Pietro Perugino; et i popoli nel vederla
    corsero come matti a questa bellezza nuova e più viva, parendo loro as-
    solutamente che e' non si potesse già mai far meglio.
    Ma lo errore di costoro dimostrarono poi chiaramente le opere di
    Lionardo da Vinci, il quale dando principio a quella terza maniera che
25   noi vogliamo chiamare la moderna, oltra la gagliardezza e bravezza del
    disegno, et oltra il contraffare sottilissimamente tutte le minuzie della
    natura così apunto come elle sono, con buona regola, migliore ordine, retta
    misura, disegno perfetto e grazia divina, abbondantissimo di copie e
    profondissimo di arte, dette veramente alle sue figure il moto et il fiato.
30   Seguitò dopo lui, ancora che alquanto lontano, Giorgione da Castelfran-
    co, il quale sfumò le sue pitture e dette una terribil movenzia a certe
    cose, come è una storia nella Scuola di San Marco a Venezia, dove è
    un tempo torbido che tuona, e trema il dipinto e le figure si muovono
    e si spiccano da la tavola per una certa oscurità di ombre bene intese.
35   Né meno di costui dette alle sue pitture forza, rilievo, dolcezza e grazia
    ne' colori fra' Bartolomeo di San Marco: ma più di tutti il graziosissimo
    Raffaello da Urbino, il quale studiando le fatiche de' maestri vecchi e
    quelle de' moderni, prese da tutti il meglio, e fattone raccolta, arricchì
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