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cavavano di giorno in presenza a Bramante, perch'egli senza altro |
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vedere faceva fondare. La quale inavvertenza fu cagione che le sue |
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fatiche sono tutte crepate e stanno a pericolo di ruinare, come fece |
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questo medesimo corridore, del quale un pezzo di braccia ottanta |
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ruinò a terra al tempo di Clemente VII, e fu rifatto poi da papa |
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Paulo III, et egli ancora lo fece rifondare e ringrossare. Sono di suo |
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in Belvedere molte altre salite di scale, variate secondo i luoghi suoi |
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alti e bassi, cosa bellissima, con ordine dorico, ionico e corintio: opera |
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condotta con somma grazia; et aveva di tutto fatto un modello che |
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dicono essere stato cosa maravigliosa, come ancora si vede il principio |
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di tale opera così imperfetta. Fece oltra questo una scala a chiocciola |
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su le colonne che salgono, sì che a cavallo vi si cammina, nella quale |
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il dorico entra nello ionico e così nel corintio, e de l'uno salgono ne |
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l'altro: cosa condotta con somma grazia e con artifizio certo eccellen- |
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te, la quale non gli fa manco onore che cosa che sia quivi di man sua. |
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Questa invenzione è stata cavata da Bramante de San Niccolò di |
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Pisa, come si disse nella Vita di Giovanni e Niccola Pisani. Entrò |
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Bramante in capriccio di fare in Belvedere, in un fregio nella fac- |
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ciata di fuori, alcune lettere a guisa di ieroglifi antichi, per dimostrare |
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mag[g]iormente l'ingegno ch'aveva e per mettere il nome di quel Pon- |
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tefice e 'l suo; e aveva così cominciato: IULIO II PONT. MASSIMO, et |
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aveva fatto fare una testa in profilo di Iulio Cesare, e con due archi |
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un ponte che diceva: IULIO II PONT., et una aguglia del Circolo Massimo |