Volume 4

Edizione Giuntina
    logge, e così di palazzo per quelle andare in Belvedere, e che della
    valle per ordine di scale in diversi modi si potesse salire sul piano
    di Belvedere. Per il che Bramante, che aveva grandissimo giudizio et
    ingegno capriccioso in tal' cose, spartì nel più basso con duoi ordini
5   d'altezze prima una loggia dorica bellissima, simile al Coliseo de'
    Savegli: ma in cambio di mezze colonne misse pilastri, e tutta di ti-
    vertini la murò; e sopra questa uno secondo ordine ionico sodo di
    finestre, tanto che e' venne al piano delle prime stanze del palazzo
    papale et al piano di quelle di Belvedere, per far poi una log-
10   gia più di 400 passi dalla banda di verso Roma, e parimente un'altra
    di verso il bosco, che l'una e l'altra volse che mettessino in mezzo la
    valle, ove, spianata che ella era, si aveva a condurre tutta l'acqua di
    Belvedere e fare una bellissima fontana. Di questo disegno finì Bra-
    mante il primo corridore che esce di palazzo e va in Belvedere dalla
15   banda di Roma, eccetto l'ultima loggia che dovea andar di sopra;
    ma la parte verso il bosco riscontro a questa si fondò bene, ma non
    si poté finire, intervenendo la morte di Iulio e poi di Bramante. Fu
    tenuta tanto bella invenzione, che si credette che dagli antichi in qua
    Roma non avessi veduto meglio. Ma, come s'è detto, dell'altro corri-
20   dore rimasero solo i fondamenti, ed è penato a finirsi fino a questo
    giorno che Pio IIII gli ha dato quasi perfezzione. Fecevi ancora la
    testata, che è in Belvedere allo antiquario delle statue antiche, con
    l'ordine delle nicchie; e nel suo tempo vi si messe il Laoconte, statua
    antica rarissima, e lo Apollo e la Venere; che poi il resto delle statue
25   furon poste da Leone X, come il Tevere e 'l Nilo e la Cleopatra, e
    da Clemente VII alcune altre, e nel tempo di Paulo III e di Giulio III
    fattovi molti acconcimi d'importanzia con grossa spesa. E tornando
    a Bramante, s'egli non avessi avuto i suoi ministri avari, egli era
    molto spedito et intendeva maravigliosamente la cosa del fabricare;
30   e questa muraglia di Belvedere fu da lui con grandissima prestezza
    condotta: et era tanta la furia di lui che faceva e del Papa che aveva
    voglia che tali fabriche non si murassero ma nascessero, che i fonda-
    tori portavano di notte la sabbia e il pancone fermo della terra, e la
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Edizione Torrentiniana
    Pervenne la fama di questa prestezza agli orecchi di Giulio Secondo,
35   il quale per ciò gli messe in mano l'opera dei corridori di Belvedere, i
    quali furono da lui con grandissima prestezza condotti. Et era tanta la
    furia di lui che faceva e del Papa che aveva voglia che tali fabriche non
    si murassero ma nascessero, che i fondatori portavano di notte la sabbia
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