Volume 4

Edizione Giuntina
    fu più tosto tenuto pazzo, ancora che egli non facesse male se non a
    sé solo nella fine, e benefizio et utile con le opere a l'arte sua. Per la
    qual cosa doverebbe sempre ogni buono ingegno et ogni eccellente
    artefice, ammaestrato da questi esempli, aver gli occhi alla fine. Né
5   lasciarò di dire che Piero nella sua gioventù, per essere capriccioso
    e di stravagante invenzione, fu molto adoperato nelle mascherate
    che si fanno per carnovale, e fu a que' nobili giovani fiorentini molto
    grato, avendogli lui molto migliorato e d'invenzione e d'ornamento
    e di grandezze e pompa quella sorte di passatempi; e si dice che fu
10   de' primi che trovasse di mandargli fuora a guisa di trionfi, o almeno
    gli migliorò assai con accomodare l'invenzione della storia non solo
    con musiche e parole a proposito del subietto, ma con incredibil
    pompa d'accompagnatura di uomini a piè et a cavallo, di abiti et
    abigliamenti accomodati alla storia: cosa che riusciva molto ricca e
15   bella, et aveva insieme del grande e dello ingegnoso. E certo era cosa
    molto bella a vedere, di notte, venticinque o trenta coppie di cavalli
    ric[c]hissimamente abigliati co' loro signori travestiti secondo il sug-
    getto della invenzione, sei o otto staffieri per uno vestiti d'una livrea
    medesima, con le torce in mano, che talvolta passavano il numero di
20   400, e il carro poi, o trionfo, pieno di ornamenti o di spoglie e biz-
    zar[r]issime fantasie: cosa che fa assotigliare gli ingegni e dà gran pia-
    cere e satisfazione a' popoli.
    Fra questi, che assai furono et ingegnosi, mi piace toccare breve-
    mente d'uno che fu principale invenzione di Piero già maturo di
25   anni, e non come molti piacevole per la sua vaghezza, ma per il con-
    trario per una strana e orribile et inaspettata invenzione di non pic-
    cola satisfazione a' popoli; ché come ne' cibi talvolta le cose agre,
    così in quelli passatempi le cose orribili, purché sieno fatte con giu-
    dizio et arte, dilettano maravigliosamente il gusto umano: cosa che
30   aparisce nel recitare le tragedie. Questo fu il carro della Morte, da lui
    segretissimamente lavorato alla sala del Papa, che mai se ne potette
    spiare cosa alcuna, ma fu veduto e saputo in un medesimo punto.
    Era il trionfo un carro grandissimo tirato da bufoli, tutto nero e di-
    pinto di ossa di morti e di croce bianche, e sopra il carro era una
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Edizione Torrentiniana
35   tenuto pazzo, ancora che egli non facesse male se non a sé solo nella fine,
    e benefizio et utile con le opere a la arte sua. Per la qual cosa doverebbe
    sempre ogni buono ingegno et ogni eccellente artefice, ammaestrato da
    questi esempli, aver gli occhi alla fine.
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