Volume 4

Edizione Giuntina
    una tavola per l'altare della capella di Sua Maestà, che si faceva por-
    tare in viaggio, tutta piena di figure d'oro, parte tonde e parte di
    mezzo rilievo, con molte gioie intagliate sparse per le membra delle
    dette figure. Incavò parimenti molti cristalli, gl'esempi de' quali,
5   in solfo e gesso, si veggiono in molti luoghi, ma particolarmente in
    Verona, dove sono tutti i pianeti bellissimi, et una Venere con un
    Cupido che volta le spalle, il quale non può esser più bello. In un
    bellissimo calcidonio, stato trovato in un fiume, intagliò divinamente
    Matteo la testa d'una Deanira quasi tutta tonda, con la spoglia del
10   leone in testa e con la superficie lionata; et in un filo di color rosso,
    che era in quella pietra, accomodò Matteo nel fine della testa del
    lione il rovescio di quella pelle, tanto bene che pareva scorticata
    di fresco; in un'altra macchia accomodò i capegli, e nel bianco la
    faccia et il petto, e tutto con mirabile magisterio. La quale testa ebbe
15   insieme con l'altre cose il detto re Francesco, et una impronta ne
    ha oggi in Verona il Zoppo orefice, che fu suo discepolo.
    Fu Matteo liberalissimo e di grande animo, in tanto che più tosto
    arebbe donato l'opere sue che vendutele per vilissimo prezzo; per
    che avendo fatto a un barone un cammeo d'importanza, e volendo
20   colui pagarlo una miseria, lo pregò strettamente Matteo che volesse
    accettarlo in cortesia; ma colui non lo volendo in dono, e pur vo-
    lendolo pagare piccolissimo prezzo, venne in còllora Matteo, et in
    presenza di lui con un martello lo stiacciò. Fece Matteo per lo me-
    desimo re molti cartoni per panni d'arazzo, e con essi, come volle il
25   re, bisognò che andasse in Fiandra e tanto vi dimorasse che fussono
    tessuti di seta e d'oro; i quali finiti e condotti in Francia, furono te-
    nuti cosa bellissima. Finalmente, come quasi tutti gl'uomini fanno,
    se ne tornò Matteo alla patria, portando seco molte cose rare di que'
    paesi, e particolarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a olio
30   et a guazzo, e lavorati da bonissime mani; le quali sono ancora per
    memoria di lui tenute in Verona molto care dal signor Luigi e signor
    Girolamo Stoppi.
    Tornato Matteo a Verona, si accomodò di stanza in una grotta
    cavata sotto un sasso, al quale è sopra il giardino de' frati Gesuati,
35   luogo che, oltre all'esser caldissimo il verno e molto fresco la state,
    ha una bellissima veduta. Ma non poté godersi Matteo questa stanza
    fatta a suo capriccio quanto arebbe voluto, perché liberato che fu
    della sua prigionia il re Francesco, mandò sùbito per uno aposta a
    richiamar Matteo in Francia e pagargli la provisione eziandio del tem-
40   po che era stato in Verona; e giunto là, lo fece maestro de' conii della
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