Volume 4

Edizione Giuntina
    scudi, visse contento insino a sessanta anni. Alla quale età per-
    venuto, rendé l'anima a Dio il giorno della Pentecoste, l'anno 1555.
    Matteo del Nassaro, essendo nato in Verona d'un Iacopo dal Nas-
    saro calzaiuolo, attese molto nella sua prima fanciullezza non sola-
5   mente al disegno, ma alla musica ancora, nella quale fu eccellente,
    avendo in quella per maestri avuto Marco Carrà et il Tromboncino
    veronesi, che allora stavano col marchese di Mantoa. Nelle cose del-
    l'intaglio gli furono di molto giovamento due veronesi d'onorate
    famiglie, con i quali ebbe continua pratica; l'uno fu Niccolò Avanzi,
10   il quale lavorò in Roma privatamente cammei, corniuole et altre
    pietre, che furono portate a diversi principi: et hacci di quegli che
    si ricordano aver veduto, [in] un lapislaz[z]aro largo tre dita, di sua
    mano la Natività di Cristo con molte figure, il quale fu venduto alla
    duchessa d'Urbino come cosa singolare; l'altro fu Galeazzo Mon-
15   della, il quale, oltre all'intagliar le gioie, disegnò benissimo. Da que-
    sti due adunque avendo Matteo tutto quello che sapevano apparato,
    venutogli un bel pezzo di diaspro alle mani, verde e macchiato di
    gocciole rosse, come sono i buoni, v'intagliò dentro un Deposto di
    croce con tanta diligenza che fece venire le piaghe in quelle parti
20   del diaspro che erano macchiate di sangue: il che fece essere quel-
    l'opera rarissima, et egli commendatone molto; il quale diaspro fu
    venduto da Matteo alla marchesana Isabella da Este.
    Andatosene poi in Francia, dove portò seco molte cose di sua
    mano perché gli facessero luogo in corte del re Francesco Primo, fu
25   introdotto a quel signore, che sempre tenne in conto tutte le maniere
    de' virtuosi; il quale re avendo preso molte delle pietre da costui
    intagliate, toltolo al servigio suo et ordinatogli buona provisione, non
    l'ebbe men caro per essere eccellente sonatore di liuto et ottimo mu-
    sico che per il mestiere dell'intagliar le pietre. E di vero niuna cosa
30   accende maggiormente gl'animi alle virtù che il veder quelle essere
    apprezzate e premiate dai principi e signori, in quella ma-
    niera che ha sempre fatto per l'adietro l'illustrissima casa de' Me-
    dici, et ora fa più che mai, e nella maniera che fece il detto re Fran-
    cesco, veramente magnanimo. Matteo dunque, stando al servigio di
35   questo re, fece non pure per Sua Maestà molte cose rare, ma quasi a
    tutti i più nobili signori e baroni di quella corte, non essendovi quasi
    niuno che non avesse - usandosi molto allora di portare cammei et
    altre gioie al collo e nelle berette - dell'opere sue. Fece al detto re
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