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ancor fanciullo il valore e la virtù di Michelagnolo e quanto crescen- |
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do fusse per produrre grandissimi frutti, non sapeva mai lavarsegli |
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dattorno, anzi con sommessione et osservanza incredibile s'ingegnò |
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sempre di andar secondando quel cervello, di maniera che Michela- |
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gnolo fu forzato amarlo sopra tutti gl'altri amici, et a confidar tanto |
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in lui che a niuno più volentieri che al Granaccio conferì mai le |
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cose né comunicò tutto quello che allora sapeva nell'arte. E così |
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essendo ambidue stati insieme di compagnia in bottega di Domenico |
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Grillandai, avvenne, perché il Granacci era tenuto dei giovani del |
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Grillandai il migliore e quegli che avesse più grazia nel colorire a |
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tempera e maggior disegno, che egli aiutò a Davitte e Benedetto |
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Grillandai, fratelli di Domenico, a finire la tavola dell'altare maggiore |
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di Santa Maria Novella, la quale per la morte di esso Domenico |
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era rimasa imperfetta; nel quale lavoro il Granaccio acquistò assai. |
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E dopo fece, della medesima maniera che è detta tavola, molti qua- |
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dri che sono per le case de' cittadini, et altri che furono mandati |
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di fuori. E perché era molto gentile e valeva assai in certe galanterie |
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che per le feste di carnovale si facevano nella città, fu sempre in |
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molte cose simili dal magnifico Lorenzo de' Medici adoperato, ma |
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particolarmente nella mascherata che rappresentò il trionfo di Paulo |
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Emilio della vittoria che egli ebbe di certe nazzioni straniere; nella |
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quale mascherata, piena di bellissime invenzioni, si adoperò talmente |
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il Granacci, ancorché fusse giovinetto, che ne fu sommamente lo- |
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dato. Né tacerò qui che il detto Lorenzo de' Medici fu primo inven- |
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tore, come altra volta è stato detto, di quelle mascherate che rappre- |
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sentano alcuna cosa - e sono detti a Firenze Canti -, non si trovando |
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che prima ne fussero state fatte in altri tempi. |
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Fu similmente adoperato il Granacci l'anno 1513, negl'apparati |
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che si fecero magnifici e sontuosissimi per la venuta di papa Leone |
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Decimo de' Medici, da Iacopo Nardi, uomo dottissimo e di bellissi- |
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mo ingegno; il quale, avendogli ordinato il magistrato degl'Otto di |
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Pratica che facesse una bellissima mascherata, fece rapresentare il |
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trionfo di Camillo: la quale mascherata, per quanto apparteneva al |
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pittore, fu dal Granacci tanto bene ordinata aùbbellezza et adorna |
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che meglio non può alcuno immaginarsi; e le parole della canzona |
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che fece Iacopo cominciavano: |
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Contempla in quanta gloria sei salita, |
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Felice, alma Fiorenza, |
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Poi che dal ciel discesa,... |