Volume 4

Edizione Giuntina
    lavorò a fresco in una facciata della chiesa piccola di San
    Giorgio alcune cose della Scrittura, e vi ritrasse que' due signori
    tedeschi grandi quanto il naturale, uno da una, l'altro dall'altra
    parte ginocchioni. Lavorò a Mantoa al signor Luigi Gonzaga cose
5   assai, et a Osmo nella marca d'Ancona alcun'altre. E mentre che la
    città di Verona fu dell'imperatore, dipinse sopra tutti gl'edifizii pu-
    blici l'armi imperiali, et ebbe per ciò buona provisione et un privi-
    legio dall'imperatore; nel quale si vede che gli concesse molte grazie
    et essenzioni, sì per lo suo ben servire nelle cose dell'arte e sì perché
10   era uomo di molto cuore, terribile e bravo con l'arme in mano:
    nel che poteva anco aspettarsi da lui valorosa e fedel servitù, e mas-
    simamente tirandosi dietro, per lo gran credito che aveva appresso
    i vicini, il concorso di tutto il popolo che abitava il borgo di San
    Zeno, che è parte della città molto popolosa, e nella quale era nato
15   e vi avea preso moglie nella famiglia de' Provali. Per [que-
    ste cagioni adunque avendo il séguito di tutti quelli della sua con-
    trada, non era per altro nome nella città chiamato che il Rosso di S.
    Zeno. Per che mutato lo stato della città e ritornata sotto gl'antichi
    suoi signori viniziani, Giovan Maria, come colui che avea seguito la
20   parte imperiale, fu forzato per sicurtà della vita partirsi; e così an-
    dato a Trento, vi si trattenne dipignendo alcune cose certo tempo.
    Ma finalmente rassettate le cose, se n'andò a Padoa, dove fu prima
    conosciuto e poi molto favorito da monsignor reverendissimo Bem-
    bo, che poco appresso lo fece conoscere al magnifico messer Luigi
25   Cornaro, gentiluomo viniziano d'alto spirito e d'animo veramente
    regio, come ne dimostrano tante sue onoratissime imprese.
    Questi dunque dilettandosi, oltre all'altre sue nobilissime parti,
    delle cose d'architettura, la cognizione della quale è degna di qua-
    lunche gran principe, et avendo per ciò vedute le cose di Vetruvio,
30   di Leon Batista Alberti e d'altri che hanno scritto in questa profes-
    sione, e volendo mettere le cose che aveva imparato in pratica, ve-
    duti i disegni di Falconetto e con quanto fondamento parlava di
    queste cose e chiariva tutte le difficultà che possono nascere nella
    varietà degli ordini dell'architettura, s'inamorò di lui per sì fatta
35   maniera che, tiratoselo in casa, ve lo tenne onoratamente ventun
    anno, che tanto fu il rimanente della vita di Giovan Maria; il quale
    in detto tempo operò molte cose con detto messer Luigi, il quale,
    disideroso di vedere l'anticaglie di Roma in fatto come l'aveva vedu-
    te nei disegni di Giovan Maria, menandolo seco se n'andò a Roma,
40   dove avendo costui sempre in sua compagnia, volle vedere minutamente
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