Volume 4

Edizione Giuntina
    dopo le quali finalmente si morì a Roveretto dove era andato ad
    abitare. Costui fece sopra tutto begli animali e frutti, de' quali molte
    carte miniate e molto belle furono portate in Francia dal
    Mondella veronese, e molte ne furono date da Agnolo suo figliuolo
5   a messer Girolamo Lioni in Vinezia, gentiluomo di bellissimo spirito.
    Ma venendo oggimai a Giovan Maria, fratello di costui, egli im-
    parò i principii della pittura dal padre, e gli aggrandì e migliorò
    assai, ancorché non fusse anch'egli pittore di molta reputazione, co-
    me si vede nel Duomo di Verona alle capelle de' Maffei e degl'Emili,
10   et in San Nazzaro nella parte superiore della cupola, et in altri luoghi.
    Avendo dunque conosciuta costui la poca perfezzione del suo lavo-
    rare nella pittura e dilettandosi sopra modo dell'architettura, si diede
    a osservare e ritrarre con molta diligenza tutte l'antichità di Verona
    sua patria. Risoltosi poi di voler veder Roma, e da quelle maravigliose
15   reliquie, che sono il vero maestro, imparare l'architettura, là se n'an-
    dò, e vi stette dodici anni interi; il qual tempo spese per la maggior
    parte in vedere e disegnare tutte quelle mirabili antichità, cavando
    in ogni luogo tanto che potesse vedere le piante e ritrovare tutte le
    misure, né lasciò cosa in Roma, o di fabrica o di membra, come
20   sono cornici, colonne e capitegli di qualsivoglia ordine, che tutto
    non disegnasse di sua mano con tutte le misure. Ritrasse anco tutte
    le sculture che furono scoperte in que' tempi, di maniera che dopo
    detti dodici anni ritornò alla patria ric[c]hissimo di tutti i tesori di
    quest'arte; e non contento delle cose della città propria di Roma,
25   ritrasse quanto era di bello e buono in tutta la campagna di Roma
    infino nel regno di Napoli, nel ducato di Spoleto et in altri luoghi.
    E perché, essendo povero, non aveva Giovan Maria molto il modo
    da vivere né da trattenersi in Roma, dicono che due o tre giorni
    della settimana aiutava a qualcuno lavorare di pittura, e di quel
30   guadagno - essendo allora i maestri ben pagati - e buon vivere,
    vivea gl'altri giorni della settimana, attendendo ai suoi studii d'ar-
    chitettura. Ritrasse dunque tutte le dette anticaglie come fussero
    intere e le rappresentò in disegno, dalle parti e dalle membra cavando
    la verità e l'integrità di tutto il resto del corpo di quelli edifizii, con sì
35   fatte misure e proporzioni che non potette errare in parte alcuna.
    Ritornato dunque Giovan Maria a Verona e non avendo occasione
    di esercitare l'architettura, essendo la patria in travaglio per muta-
    zione di stato, attese per allora alla pittura e fece molte opere. Sopra
    la casa di que' della Torre lavorò un'arme grande con certi trofei
40   sopra, e per certi signori tedeschi, consiglieri di Massimiliano imperatore,
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