Volume 4

Edizione Giuntina
    in Mantoa nella sepoltura della Compagnia Segreta in San Fran-
    cesco. Visse Francesco anni 64; et un suo ritratto, che ha messer
    Fermo, fu fatto quando era d'anni cinquanta. Furono fatti in sua
    lode molti componimenti, e pianto da chiunche lo conobbe come
5   virtuoso e santo uomo che fu. Ebbe per moglie madonna Francesca
    Gioachini veronese, ma non ebbe figliuoli.
    Il maggiore d'i tre fratelli che egli ebbe fu chiamato Monsignore;
    e perché era persona di belle lettere, ebbe in Mantoa uffizii dal mar-
    chese di buone rendite per amor di Francesco. Costui visse ottanta
10   anni, e lasciò figliuoli che tengono in Mantoa viva la famiglia de'
    Monsignori. L'altro fratello di Francesco ebbe nome al secolo Giro-
    lamo e fra i Zoccolanti di San Francesco fra' Cherubino, e fu bellis-
    simo scrittore e miniatore. Il terzo, che fu frate di San Domenico
    osservante e chiamato fra' Girolamo, volle per umiltà esser converso,
15   e fu non pur di santa e buona vita, ma anco ragionevole dipintore,
    come si vede nel convento di San Domenico in Mantoa, dove, oltre
    all'altre cose, fece nel refettorio un bellissimo Cenacolo e la Passione
    del Signore, che per la morte sua rimase imperfetta. Dipinse il me-
    desimo quel bellissimo Cenacolo che è nel refettorio de'
20   monaci di San Benedetto, nella ricchissima Badia che hanno in sul
    Mantoano. In San Domenico fece l'altare del Rosaio, et in Verona
    nel convento di Santa Nastasia fece a fresco una Madonna, San
    Remigio vescovo e Santa Nastasia, nel secondo chiostro; e sopra la
    seconda porta del martello, in un archetto, una Madonna, San Do-
25   menico e San Tommaso d'Aquino, e tutti di pratica. Fu fra' Giro-
    lamo persona semplicissima e tutto alieno dalle cose del mondo; e
    standosi in villa a un podere del convento per fuggire ogni strepito
    et inquietudine, teneva i danari che gl'erano mandati dell'opere, de'
    quali si serviva a comperare colori et altre cose, in una scatola senza
30   coperchio appiccata al palco nel mezzo della sua camera, di maniera
    che ognuno che volea potea pigliarne; e per non si avere a pigliar
    noia ogni giorno di quello che avesse a mangiare, coceva il lunedì
    un caldaio di fagiuoli per tutta la settimana. Venendo poi la peste
    in Mantoa, et essendo gl'infermi abbandonati da ognuno, come si
35   fa in simili casi, fra' Girolamo, non da altro mosso che da somma
    carità, non abbandonò mai i poveri padri ammorbati, anzi con le
    proprie mani gli servì sempre; e così non curando di perdere la vita
    per amore di Dio, s'infettò di quel male e morì di sessanta anni,
    con dolore di chiunche lo conobbe.
40   Ma tornando a Francesco Monsignori, egli ritrasse - il che mi si
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