Volume 4

Edizione Giuntina
    anco talora in altri, che più tosto gli dava biasimo, attesoché tutte
    l'opere accettava e da ognuno l'arra, e poi le finiva quando Dio vo-
    leva: e se così fece in giovanezza, pensi ogni uomo quello che dovette
    fare negl'ultimi anni, quando alla sua natural tardità s'aggiunse quel-
5   la che porta seco la vecchiezza. Per lo quale suo modo di fare ebbe
    spesso con molti degl'impacci e delle noie più che voluto non arebbe;
    onde mossosi a compassione di lui messer Michele San Michele,
    se lo tirò in casa in Vinezia e lo trattò come amico e virtuoso. Fi-
    nalmente richiamato il Moro dai conti Giusti, suoi vecchi padroni,
10   in Verona, si morì appresso di loro nei bellissimi palazzi di Santa
    Maria in Stella, e fu sepolto nella chiesa di quella villa, essendo ac-
    compagnato da tutti quegli amorevolissimi signori alla sepoltura,
    anzi riposto dalle loro proprie mani con affezzione incredibile, aman-
    dolo essi come padre, sì come quelli che tutti erano nati e cresciuti
15   mentre che egli stava in casa loro.
    Fu il Moro nella sua giovanezza dèstro e valoroso della persona,
    e maneggiò benissimo ogni sorte d'arme; fu fedelissimo agl'amici e
    patroni suoi, et ebbe spirito in tutte le sue azzioni. Ebbe amici par-
    ticolari messer Michele San Michele architetto, il Danese da Carrara
20   scultore eccellente, et il molto reverendo e dottissimo fra' Marco de'
    Medici, il quale dopo i suoi studii andava spesso a starsi col Moro
    per vederlo lavorare e ragionar seco amichevolmente per ricrear
    l'animo quando era stracco negli studî.
    Fu discepolo e genero del Moro, avendo egli avuto due figliuole,
25   Battista d'Agnolo, che fu poi detto Battista del Moro, il quale, se
    bene ebbe che fare un pezzo per l'eredità che gli lasciò molto intri-
    gata il Moro, ha lavorato nondimeno molte cose che non sono se
    non ragionevoli. In Verona ha fatto un San Giovan Batista nella
    chiesa delle monache di San Giuseppo; et a fresco in Santa Eufemia
30   nel tramezzo, sopra l'altare di San Paulo, l'istoria di quel Santo
    quando, convertito da Cristo, s'appresenta ad Anania: la quale opera,
    se ben fece essendo giovinetto, è molto lodata. Ai signori conti Ca-
    nossi dipinse due camere, et in una sala due fregi di battaglie, molto
    belli e lodati da ognuno. In Vinezia dipinse la facciata d'una casa
35   vicina al Carmine, non molto grande, ma ben molto lodata, dove
    fece una Vinezia coronata e sedente sopra un lione, insegna di quella
    Republica. [A] Camillo Trivisano dipinse la facciata della sua casa
    a Murano, et insieme con Marco suo figliuolo dipinse il cortile di
    dentro d'istorie di chiaro scuro bellissime; et a concorrenza di Paulo
40   Veronese dipinse nella medesima casa un camerone, che riuscì tanto
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