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dolce aria che questa opera gli fu molto e meritamente lodata: e se |
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non fusse che il gesso di quest'opera, per essere stato male stempera- |
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to, si scrosta e la pittura si va consumando, questa sola sarebbe ca- |
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gione di mantenerlo vivo sempre nella memoria de' suoi cittadini. |
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Essendogli poi allogato dagl'uomini che governavano la Compagnia |
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dell'agnol Raffaello una loro capella nella chiesa di Santa Eufemia |
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vi fece dentro a fresco due storie dell'agnolo Raffaello, e nella tavola |
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a olio tre Agnoli grandi, Raffaello in mezzo e Gabriello e Michele |
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dagli lati, e tutti con buon disegno e ben coloriti: ma nondimeno le |
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gambe di detti Angeli gli furono riprese come troppo sottili e poco |
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morbide; a che egli con piacevole grazia rispondendo, diceva che |
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poi che si fanno gl'Angeli con l'ale e con i corpi quasi celesti et |
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aerei sì come fussero uccegli, che ben si può far loro le gambe sottili |
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e secche, acciò possano volare et andare in alto con più agevolezza. |
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Dipinse nella chiesa di San Giorgio all'altare, dove è un Cristo che |
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porta la croce, San Rocco e San Bastiano, con alcune storie nella |
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predella di figure piccole e bellissime. Alla Compagnia della Madonna |
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in San Bernardino dipinse nella predella dell'altar di detta Compa- |
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gnia la Natività della Madonna e gl'Innocenti, con varie attitudini |
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negl'uc[c]isori e ne' gruppi de' putti difesi vivamente dalle lor madri; |
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la quale opera è tenuta in venerazione e coperta, perché meglio si |
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conservi. E questa fu cagione che gl'uomini della Fraternita di San- |
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to Stefano, nel Duomo antico di Verona, gli facessono fare al loro |
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altare, in tre quadri di figure simili, tre storiette della Nostra Donna, |
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cioè lo Sposalizio, la Natività di Cristo e la storia de' Magi. |
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Dopo quest'opere, parendogli essersi acquistato assai credito in |
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Verona, disegnava Giovan Francesco di partirsi e cercare altri paesi; |
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ma gli furono in modo addosso gl'amici e ' parenti, che gli fecero |
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pigliar per donna una giovane nobile e figliuola di messer Braliassarti |
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Grandoni, la quale poi che si ebbe menata l'anno 1505, et avutone |
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indi a non molto un figliuolo, ella si morì sopra parto. E così rimaso |
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libero si partì Giovan Francesco di Verona et andossene a Milano, |
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dove il signor Anton Maria Visconte, tiratoselo in casa, gli fece molte |
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opere per ornamento delle sue case lavorare. Intanto essendo portata |
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da un Fiamingo in Milano una testa d'un giovane ritratta di naturale |
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e dipinta a olio, la quale era da ognuno in quella città ammirata, |
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nel vederla Giovan Francesco se ne rise, dicendo: «A me basta l'ani- |
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mo di farne una migliore». Di che facendosi beffe il Fiamingo, si |
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venne dopo molte parole a questo, che Giovan Francesco facesse la |
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pruova, e perdendo, perdesse il quadro fatto e 25 scudi, e vincendo, |