Volume 4

Edizione Giuntina
    guadagnasse la testa del Fiamingo e similmente 25 scudi. Messosi
    dunque Giovan Francesco a lavorare con tutto il suo sapere, ritrasse
    un gentiluomo vecchio e raso con un sparviere in mano: ma ancora
    che molto somigliasse, fu giudicata migliore la testa del Fiamingo.
5   Ma Giovan Francesco non fece buona elezzione nel fare il suo ritratto
    d'una testa che gli potesse fare onore, perché se pigliava un
    giovane bello e l'avesse bene immitato, come fece il vecchio, se non
    avesse passata la pittura dell'avversario, l'arebbe almanco parago-
    nata. Ma non per questo fu se non lodata la testa di Giovan Francesco,
10   al quale il Fiamingo fece cortesia, perché contentandosi della testa
    sola del vecchio raso, non volle altrimenti, come nobile e gentile, i
    venticinque ducati. Questo quadro venne poi col tempo nelle mani
    di madonna Isabella da Este, marchesana di Mantoa, che lo pagò
    benissimo al Fiamingo e lo pose per cosa singolare nel suo studio,
15   nel quale aveva infinite cose di marmo, di conio, di pittura e di
    getto bellissime.
    Dopo aver servito il Visconte, essendo Giovan Francesco chiamato
    da Guglielmo marchese di Monferrato, andò volentieri a servirlo,
    essendo di ciò molto pregato dal Visconte: e così arivato gli fu asse-
20   gnata bonissima provisione; et egli messo mano a lavorare, fece in
    Casale a quel signore, in una cappella dove egli udiva messa, tanti
    quadri quanti bisognarono a empierla et adornarla da tutte le bande
    di storie del Testamento Vecchio e Nuovo, lavorate con estrema dili-
    genza, sì come anco fu la tavola principale. Lavorò poi per le camere
25   di quel castello molte cose che gli acquistarono grandissima fama.
    E dipinse in San Domenico, per ordine di detto marchese, tutta la
    capella maggiore per ornamento d'una sepoltura dove dovea essere
    posto; nella quale opera si portò talmente Giovan Francesco che meritò
    dalla liberalità del marchese essere con onorati premî riconosciuto;
30   il quale marchese per privilegio lo fece uno de' suoi camerieri, co-
    me per uno instrumento che è in Verona appresso gl'eredi si vede.
    Fece il ritratto di detto signore e della moglie, e molti quadri che
    mandarono in Francia, et il ritratto parimente di Guglielmo lor
    primogenito ancor fanciullo, e così quegli delle figliuole e di tutte le
35   dame che erano al servigio della marchesana.
    Morto il marchese Guglielmo, si partì Giovan Francesco da Casale,
    avendo prima venduto ciò che in quelle parti aveva, e si condusse
    a Verona, dove accomodò di maniera le cose sue e del figliuolo, al
    quale diede moglie, che in poco tempo si trovò esser ricco di più
40   di settemila ducati. Ma non per questo abandonò la pittura, anzi vi
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