Volume 4

Edizione Giuntina
    figurette et animali in varii luoghi; da un lato è San Giorgio a cavallo
    che amazza il serpente, e poco lontana la donzella, con una città
    appresso et un pezzo di mare. In San Giovanni e Paulo, alla capella
    di Santo Antonio arcivescovo di Firenze, fece Lorenzo in una ta-
5   vola esso Santo a sedere con due ministri preti, e da basso molta
    gente.
    Essendo anco questo pittore giovane et imitando parte la maniera
    de' Bellini e parte quella di Giorgione, fece in San Domenico di
    Ricanati la tavola dell'altar maggiore partita in sei quadri. In quello
10   del mezzo è la Nostra Donna col Figliuolo in braccio che mette
    per le mani d'un Angelo l'abito a San Domenico, il quale sta ginoc-
    chioni dinanzi alla Vergine; et in questo sono anche due putti che
    suonano, uno un liuto e l'altro un ribechino. In un altro quadro è
    San Gregorio e Santo Urbano papi, e nel terzo San Tommaso d'A-
15   quino et un altro Santo che fu vescovo di Ricanati. Sopra questi sono
    gl'altri tre quadri: nel mezzo, sopra la Madonna, è Cristo morto
    sostenuto da un Angelo, e la Madre che gli bacia un braccio e Santa
    Madalena; sopra quello di San Gregorio è Santa Maria Madalena
    e San Vincenzio; e nell'altro, cioè sopra San Tommaso d'Aquino,
20   è San Gismondo e Santa Caterina da Siena. Nella predella,
    che è di figure piccole e cosa rara, è nel mezzo quando Santa Maria
    di Loreto fu portata dagl'Angeli dalle parti di Schiavonia là dove
    ora è posta; delle due storie che la mettono in mezzo, in una è San
    Domenico che predica, con le più graziose figurine del mondo, e
25   nell'altra papa Onorio che conferma a San Domenico la Regola. È
    di mano del medesimo in mezzo a questa chiesa un San Vincenzio
    frate lavorato a fresco; et una tavola a olio è nella chiesa di Santa
    Maria di Castelnuovo con una Trasfigurazione di Cristo, e con tre
    storie di figure piccole nella predella: quando Cristo mena gl'Apo-
30   stoli al Monte Tabor, quando òra nell'orto, e quando ascende in
    cielo. Dopo queste opere, andando Lorenzo in Ancona quando
    apunto Mariano da Perugia avea fatto in Santo Agostino la tavola
    dell'altar maggiore con un ornamento grande, la quale non sodisfece
    molto, gli fu fatto fare per la medesima chiesa, in una tavola che è
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Edizione Torrentiniana
35   in San Gianni e Polo quella di Santo Antonino arcivescovo di Fiorenza,
    et infinite altre cose che si veggono per Venezia. Fu tenuto molto valente
    nel colorito, leccato e pulito nella gioventù; e dilettossi di finire le
    cose sue.
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