Volume 4

Edizione Giuntina
    essendo mal condotto e fatto malinconico e strano, da una febre
    grave e da un flusso crudele, che lo fecero in pochi giorni passare a
    miglior vita: et a questo modo pose fine ai travagli di questo mondo,
    che non fu mai conosciuto da lui se non pieno di fastidii e di noie.
5   Volle essere sepolto nella chiesa de' frati de' Servi, chiamata
    la Fontana, lontana un miglio da Casal Maggiore; e come lasciò, fu
    sepolto nudo con una croce d'arcipresso sul petto in alto. Finì il
    corso della sua vita a di 24 d'agosto 1540, con gran perdita dell'arte
    per la singolar grazia che le sue mani diedero alle pitture che fece.
10   Si dilettò Francesco di sonar di liuto, et ebbe in ciò tanto la mano
    e l'ingegno accomodato, che non fu in quello manco eccellente che
    nella pittura. Ma è ben vero che, se non avesse lavorato a capriccio
    et avesse messo da canto le scioc[c]hezze degl'alchimisti, sarebbe ve-
    ra mente stato dei più rari et eccellenti pittori dell'età nostra. Non
15   niego che il lavorare a furori e quando se n'ha voglia non sia il mi-
    glior tempo, ma biasimo bene il non voler lavorare mai o poco, et
    andar perdendo il tempo in considerazioni: attesoché il voler truf-
    fare, e dove non si può aggiugnere pervenire, è spesso cagione che
    si smarrisce quello che si sa per volere quello che non si può. Se
20   Francesco, il quale ebbe dalla natura bella e graziosa maniera e spi-
    rito vivacissimo, avesse seguitato di fare giornalmente, arebbe ac-
    quistato di mano in mano tanto nell'arte che, sì come diede bella
    e graziosa aria alle teste e molta leggiadria, così arebbe di perfez-
    zione, di fondamento e bontà nel disegno, avanzato se stesso e
25   gl'altri.
    Rimase dopo lui Ieronimo Mazzuoli suo cugino, che imitò sem-
    pre la maniera di lui con suo molto onore, come ne dimostrano l'o-
    pere che sono di sua mano in Parma. A Viadana ancora, dove egli
    si fuggì con Francesco per la guerra, fece in San Francesco, luogo
30   de' Zoccoli, così giovanetto come era, in una tavolina una bellissima
    Nunziata; et un'altra ne fece in Santa Maria ne' Borghi. In Parma,
    ai frati di San Francesco Conventuali, fece la tavola dell'altar maggiore,
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Edizione Torrentiniana
    istimando quegli che gli facevano operare, fu preso e messo in prigione
    e sforzato promettere di dar fine all'opera. Ma fu tanto lo sdegno che
35   di tal cattura prese, che accorandosi di dolore, dopo alcuni mesi si morì,
    d'anni XXXXI. La quale perdita fu di gran danno all'arte peùla
    grazia che le sue mani diedero sempre alle pitture che fece. Fu Francesco
    sepolto in Parma, e molto dolse la morte sua ad alcuni amici suoi: ma
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