Volume 4

Edizione Giuntina
    ritenne per sé, e si stima che poi col tempo l'avesse l'imperatore.
    Ma il ritratto dello specchio mi ricordo io, essendo giovinetto, aver
    veduto in Arezzo nelle case di esso messer Pietro Aretino, dove era
    veduto dai forestieri che per quella città passavano come cosa rara.
5   Questo capitò poi, non so come, alle mani di Valerio Vicentino in-
    tagliatore di cristallo, et oggi è appresso Alessandro Vittoria, scultore
    in Vinezia e creato di Iacopo Sansovino.
    Ma tornando a Francesco, egli studiando in Roma volle vedere
    tutte le cose antiche e moderne così di scultura come di pittura che
10   erano in quella città; ma in somma venerazzione ebbe particolar-
    mente quelle di Michelagnolo Buonarroti e di Raffaello da Urbino:
    lo spirito del qual Raffaello si diceva poi esser passato nel corpo di
    Francesco, per vedersi quel giovane nell'arte raro e ne' costumi
    gentile e grazioso come fu Raffaello, e che è più, sentendosi quanto
15   egli s'ingegnava d'immitarlo in tutte le cose, ma sopra tutto nella
    pittura. Il quale studio non fu invano, perché molti quadretti che
    fece in Roma, la maggior parte de' quali vennero poi in mano del
    cardinale Ipolito de' Medici, erano veramente maravigliosi, sì come
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Edizione Torrentiniana
    cosa in dono ne fe' degno messer Pietro Aretino, il quale in Arezzo
20   nelle sue case un tempo come reliquia il tenne, e poi lo donò a Valerio
    Vicentino.
    Venne Francesco da Parma a Roma e da que' prelati fu onorato
    molto; e fu tanto degno di lode per alcune cose sue che colorite aveva
    recate da Parma, che e' ne fu giudicato di grande spirito et ingegnosissi-
25   mo, con ciò sia che di somma maraviglia erano i modi dell'opere e degli
    andari suoi, vedendosi ancora alcuni quadretti piccoli ch'erano venuti
    in mano del cardinale Ippolito de' Medici: e si diceva publicamente in
    Roma per infinite persone lo spirito di Raffaello esser passato nel corpo
    di Francesco, nel vederlo nell'arte raro e nei costumi sì grato; perché
30   fu tanto lo amore che Francesco portò alle cose di Raffaello et il bene
    ch'egli diceva di lui, che mai non finiva ragionare delle lodi di quello.
    Or essendo Francesco in Roma, fece un bellissimo quadro d'una Circun-
    cisione e lo donò al Papa; e fu tenuto una garbatissima invenzione per
    tre lumi fantastichi ch'a detta pittura servivano, perciò che le prime figure
35   erano illuminate dalla vampa del volto di Cristo, le seconde ricevevano
    lume da certi che portavano i doni al sacrificio per certe scale con tor-
    ce accese in mano, e l'ultime erano scoperte et illuminate dall'aurora, che
    mostrava un leggiadrissimo paese con infinità di casamenti. La qual cosa
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