Volume 4

Edizione Giuntina
    diminuiscono, vi fece una mano che disegnava un poco gran-
    de, come mostrava lo specchio, tanto bella che pareva verissima.
    E perché Francesco era di bellissima aria et aveva il volto e l'aspetto
    grazioso molto e più tosto d'angelo che d'uomo, pareva la sua effigie
5   in quella palla una cosa divina; anzi gli successe così felicemente
    tutta quell'opera, che il vero non istava altrimenti che il dipinto,
    essendo in quella il lustro del vetro, ogni segno di riflessione, l'om-
    bre et i lumi sì proprii e veri che più non si sarebbe potuto sperare da
    umano ingegno.
10   Finite queste opere, che furono non pure dai suo vecchi tenute
    rare, ma da molti altri che s'intendevano dell'arte stupende e mara-
    vigliose, et incassato i quadri et il ritratto, accompagnato da uno de'
    suoi zii si condusse a Roma; dove avendo il datario veduti i quadri
    e stimatigli quello che erano, furono sùbito il giovane et il zio intro-
15   dotti a papa Clemente, il quale vedute l'opere e Francesco così gio-
    vane, restò stupefatto, e con esso tutta la corte. Appresso Sua San-
    tità, dopo avergli fatto molti favori, disse che voleva dare a dipignere
    a Francesco la sala de' Pontefici, della quale avea già fatto Giovanni
    da Udine di stucchi e di pitture tutte le volte. Così dunque, avendo
20   donato Francesco i quadri al Papa, et avute oltre alle promesse al-
    cune cortesie e doni, stimolato dalla gloria, dalle lodi che si sentiva
    dare e dall'utile che poteva sperare da tanto Pontefice, fece un bel-
    lissimo quadro d'una Circoncisione, del quale fu tenuta cosa raris-
    sima la invenzione per tre lumi fantastichi che a quella pittura servi-
25   vano, perché le prime figure erano alluminate dalla vampa del volto
    di Cristo, le seconde ricevevano lume da certi che portando doni
    al sacrifizio caminavano per certe scale con torce accese in mano,
    e l'ultime erano scoperte et illuminate dall'aurora, che mostrava un
    leggiadrissimo paese con infiniti casamenti. Il quale quadro finito
30   lo donò al Papa, che non fece di questo come degl'altri; perché
    avendo donato il quadro di Nostra Donna a Ipolito cardinale de'
    Medici suo nipote, et il ritratto nello specchio a messer
    Pietro Aretino poeta e suo servitore, e quello della Circoncisione
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Edizione Torrentiniana
    il vivo fatto che egli fece. Quivi era ogni lustro del vetro et ogni segno
35   di riflessione, d'ombre e di lumi sì proprî e veri ch'aggiugnere non vi si
    può per alcuno ingegno. E ne fe' segno tal cosa manifesto il mandarlo a
    Clemente VII pontefice, ch'egli nel vederlo con ogni ingegnoso se ne
    stupì, et ordinò di sue bocca ch'egli da Parma venisse a Roma; e di tal
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