Volume 4

Edizione Giuntina
    nella quale è una Nostra Donna e S. Maria Madalena, et apresso vi
    è un putto che ride, che tiene a guisa di angioletto un libro
    in mano, il quale par che rida tanto naturalmente che muove a riso
    chi lo guarda, né lo vede persona di natura malinconica che non si
5   rallegri: èvvi ancora un S. Girolamo; ed è colorita di maniera sì
    maravigliosa e stupenda che i pittori ammirano quella per colorito
    mirabile e che non si possa quasi dipignere meglio.
    Fece similmente quadri et altre pitture per Lombardia a molti
    signori; e fra l'altre cose sue, due quadri in Mantova al duca Fede-
10   rigo II per mandare a lo imperatore: cosa veramente degna di tanto
    principe; le quali opere vedendo Giulio Romano, disse non aver
    mai veduto colorito nessuno ch'aggiugnesse a quel segno. L'uno era
    una Leda ignuda e l'altro una Venere, sì di morbidezza, colorito e
    d'ombre di carne lavorate, che non parevano colori ma carni. Era in
15   una un paese mirabile: né mai lombardo fu che meglio facesse queste
    cose di lui; et oltra di ciò capegli sì leggiadri di colore e con finita
    pulitezza sfilati e condotti, che meglio di quegli non si può vedere.
    Eranvi alcuni Amori che de le saette facevano prova su una pietra,
    quelle d'oro e di piombo, lavorati con bello artificio; e quel che
20   più grazia donava alla Venere, era una acqua chiarissima e limpida
    che correva fra alcuni sassi e bagnava i piedi di quella, e quasi nessuno
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Edizione Torrentiniana
    Santo Antonio ancora di quella città dipinse una tavola, nella quale è
    una Nostra Donna e Santa Caterina con San Girolamo, colorita di
    maniera sì maravigliosa e stupenda che i pittori ammirano quella per
25   colorito mirabile e che non si possa quasi dipignere meglio.
    Fece similmente quadri et altre pitture per Lombardia a molti signori;
    e fra l'altre cose sue, due quadri in Mantova al duca Federigo II per
    mandare a lo imperatore: cosa veramente degna di tanto principe; le
    quali opere vedendo Giulio Romano, disse non aver mai veduto colorito
30   nessuno ch'aggiugnesse a quel segno. L'uno era una Leda ignuda e
    l'altro una Venere, sì di morbidezza, colorito e d'ombre di carne lavorate,
    che non parevano colori ma carni. Era in una un paese mirabile: né mai
    lombardo fu che meglio facesse queste cose di lui; et oltra di ciò capegli
    sì leggiadri di colore e con finita pulitezza sfilati e condotti, che meglio
35   di quegli non si può vedere. Eranvi alcuni Amori che de le saette faceva-
    no prova su una pietra, quelle d'oro e di piombo, lavorati con
    bello artificio; e quel che più grazia donava alla Venere, era una acqua
    chiarissima e limpida che correva fra alcuni sassi e bagnava i piedi di
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