Volume 4

Edizione Giuntina
    così pazza e strana. Costui venuto finalmente in vecchiezza di set-
    tanta anni, fra per l'arte e la stranezza della vita, bestialissimamente
    impazzò; onde messer Francesco Guicciardino, nobilissimo fioren-
    tino e veracissimo scrittore delle storie de' tempi suoi, il quale era
5   allora governatore di Bologna, ne pigliava non piccolo piacere insieme
    con tutta la città. Nondimeno credono alcuni che questa sua pazzia
    fusse mescolata di tristizia, perché avendo venduto per piccol prezzo
    alcuni beni mentre era pazzo et in estremo bisogno, gli rivolle es-
    sendo tornato in cervello: e gli riebbe con certe condizioni, per
10   avergli venduto, diceva egli, «quando ero pazzo»; tuttavia, perché
    può anco essere altrimenti, non affermo che fusse così, ma
    ben dico che così ho molte volte udito raccontare. Attese costui anco
    alla scultura, e come seppe il meglio fece di marmo in San Petronio,
    entrando in chiesa a man ritta, un Cristo morto e Nicodemo che
15   lo tiene, della maniera che sono le sue pitture. Dipigneva Amico con
    amendue le mani a un tratto, tenendo in una il pennello del chiaro
    e nell'altra quello dello scuro: ma quello che era più bello e da ridere
    si è che, stando cinto, aveva intorno intorno piena la coreggia di
    pignatti pieni di colori temperati, di modo che pareva il diavolo di
20   San Macario con quelle sue tante ampolle; e quando lavorava con
    gl'occhiali al naso arebbe fatto ridere i sassi, e massimamente se si
    metteva a cicalare, perché chiacchierando per venti, e dicendo le
    più strane cose del mondo, era uno spasso il fatto suo. Vero è che
    non usò mai di dir bene di persona alcuna, per virtuosa o buona ch'el-
25   la fusse, o per bontà che vedesse in lei di natura o di fortuna. E come
    si è detto, fu tanto vago di gracchiare e dir novelle, che avendo una
    sera un pittor bolognese in sull'Avemaria cómpero cavoli in piazza,
    si scontrò in Amico, il quale con sue novelle, non si potendo il po-
    vero uomo spiccare da lui, lo tenne sotto la loggia del Podestà a
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Edizione Torrentiniana
30   vecchiezza di LXX anni, fra l'arte e la stranezza della vita, bestia-
    lissimamente impazzò; per il che il Guicciardino, allora governator di
    Bologna, ne pigliava grandissimo piacere con tutta quella città. Ma
    pure gli passò quello umore, et in sé ritornò. Dilettòs[s]i continuo cicalare,
    e diceva stranamente di bellissime cose. Vero è che non gli piacque già
35   mai dir bene di persona alcuna virtuosa o buona, o per merito o per for-
    tuna. Dicesi che un pittore bolognese, avendo comprato cavoli all'Ave-
    maria in piazza, fu trovato da Amico, che lo tirò sotto la loggia del Pode-
    stà a ragionare con sì dolci trappole e strane fantasie, che si condussero fino
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