Volume 4

Edizione Giuntina
    dalla corte, e con esamine rigorose tormentarlo molto. Ma
    colui, che si trovava innocente, non confessando altro che il vero,
    finalmente relassato, fu sforzato, mosso da giusto sdegno, a risentirsi
    contra il Rosso del vituperoso carico che da lui gli era stato falsamente
5   apposto. Per che datogli un libello d'ingiuria, lo strinse di tal ma-
    niera che il Rosso, non se ne potendo aiutare né difendere, si vide
    a mal partito, parendogli non solo avere falsamente vituperato l'a-
    mico, ma ancora mac[c]hiato il proprio onore, et il disdirsi o tener
    altri vituperosi modi lo dichiarava similmente uomo disleale e cat-
10   tivo. Per che deliberato d'uccidersi da se stesso più tosto che esser
    castigato da altri, prese questo partito. Un giorno che il re si trovava
    a Fontanableò, mandò un contadino a Parigi per certo velenosissimo
    liquore, mostrando voler servirsene per far colori o vernici, con ani-
    mo, come fece, d'avelenarsi. Il contadino dunque tornandosene con
15   esso, tanta era la malignità di quel veleno, per tenere solamente il
    dito grosso sopra la bocca dell'ampolla, turata diligentemente con la
    cera, rimase poco meno che senza quel dito, avendoglielo consumato
    e quasi mangiato la mortifera virtù di quel veleno, che poco appresso
    uccise il Rosso, avendolo egli, che sanissimo era, preso, perché gli
20   togliesse, come in poche ore fece, la vita. La qual nuova essendo portata
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Edizione Torrentiniana
    lo fece pigliare dalla corte, e con esamine rigorose stringerlo molto. Ma
    colui, che innocente si trovava, non confessando altro che il vero, final-
    mente fu relassato, et acceso di giusto sdegno contra il Rosso, fu sforzato
    a risentirsi del vituperosissimo carico che da lui gli era stato apposto.
25   Mosseli dunque un piato di ingiuria, e lo strinse di tal maniera che il
    Rosso, non si potendo aiutare, stava mesto e doloroso, parendogli di
    continuo avere vituperato e l'amico et il proprio onore, e che se egli si
    disdiceva o teneva altri vituperosi ordini, si dichiarava da se medesimo
    per cattivo uomo. Laonde fatto deliberazione più tosto da se stesso mo-
30   rire che sopportare ingiurie per mano d'altrui, prese questo modo.
    Un giorno che il re si trovava a Fontanableò, mandò egli un contadino
    a Parigi per certo venenosissimo liquore, mostrando volerlo per far colori
    o vernici; et era tanta la malignità di quello, che al contadino stesso, il
    quale nello arrecarlo tenne sempre il dito grosso sopra la bocca della
35   ampolla, diligentissimamente turata con la cera, fu nientedimanco dalla
    mortifera virtù del liquore consumato e quasi mangiato tutto quel dito.
    Et il Rosso, che era sanissimo, preso questa cosa dopo mangiare, in poche
    ore finì il corso della sua vita. E guadagnossi questi epitaffi:
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