Volume 4

Edizione Giuntina
    senza curarsi del lavoro d'Arezzo o del danno che faceva a Gioan
    Antonio suo malevadore, avendo avuto più di centocinquanta scudi,
    si partì di notte, e facendo la via di Pesaro se n'andò a Vinezia;
    dove essendo da messer Pietro Aretino trattenuto, gli disegnò in
5   una carta, che poi fu stampata, un Marte che dorme con Venere, e
    gl'Amori e le Grazie che lo spogliano e gli traggono la co-
    razza.
    Da Vinezia partito, se n'andò in Francia, dove fu con molte ca-
    rezze dalla nazione fiorentina ricevuto. Quivi fatti alcuni quadri, che
10   poi furono posti in Fontanableò nella galleria, gli donò al re Fran-
    cesco, al quale piacquero infinitamente: ma molto più la presenza,
    il parlare e la maniera del Rosso, il quale era grande di persona, di
    pelo rosso conforme al nome, et in tutte le sue azzioni grave, consi-
    derato e di molto giudizio. Il re adunque, avendogli sùbito ordinato
15   una provisione di quattrocento scudi, e donatogli una casa in Parigi,
    la quale abitò poco per starsi il più del tempo a Fontanableò, dove
    aveva stanze e vivea da signore, lo fece capo generale sopra tutte le
    fabriche, pitture et altri ornamenti di quel luogo; nel quale primie-
    ramente diede il Rosso principio a una galleria sopra la bassa corte,
20   facendo di sopra non volta, ma un palco overo soffittato di legname
    con bellissimo spartimento. Le facciate dalle bande fece tutte lavo-
    rare di stucci, con partimenti bizzarri e stravaganti e di più sorti cor-
    nici, intagliate con figure ne' reggimenti, grandi quanto il naturale,
    adornando ogni cosa sotto le cornici, fra l'un reggimento e l'altro, di
25   festoni di stucco ricchissimi, e d'altri di pittura con frutti bellissimi
    e verzure d'ogni sorte. E dopo, in un vano grande, fece dipignere col
    suo disegno, se bene ho inteso il vero, circa ventiquattro storie a
    fresco, credo dei fatti d'Alessandro Magno, facendo esso, come ho
    detto, tutti i disegni, che furono d'acquerello e di chiaro scuro. Nelle
30   due testate di questa galleria sono due tavole a olio di sua mano
    disegnate e dipinte, di tanta perfezzione che di pittura si può vedere
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Edizione Torrentiniana
    la tavola di Castello, non curò più del lavoro d'Arezzo né del danno ch'e'
    faceva a Giovan Antonio, avendo egli avuto più di centocinquanta du-
    cati; ma si partì di notte, e faccendo la via di Pesaro arrivò a Vinegia;
35   dove da messer Pietro Aretino trattenuto, gli disegnò una carta, che si
    stampa, quando Marte dorme con Venere, e gli Amori e le Grazie lo
    spogliano e gli traggono la corazza.
    Così di quivi partito, arrivò in Francia a Parigi, dove con favor
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