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di Giulio Romano, che nella sua patria aveva preso a fare per Santa |
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Croce, Compagnia di Battuti, una tavola per poco prezzo, de la quale |
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come amorevole si spogliò e la diede al Rosso, acciò che in quella città |
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rimanesse qualche reliquia di suo; per il che la Compagnia si risentì, |
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ma il vescovo gli fece molte comodità. Mentre che il Rosso lavorava |
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questa tavola, prese nome, et in quel luogo ne fu tenuto gran conto, e |
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la tavola messa in opera in Santa Croce, nella quale fece un Deposto |
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di croce, il quale è cosa molto rara e bella per avere osservato ne' colori |
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un certo che tenebroso per lo eclisse che fu nella morte di Cristo, per |
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essere stata lavorata con grandissima diligenza. Gli fu fatto in Città di |
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Castello allogazione di una tavola, la quale volendo lavorare, mentre |
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che s'ingessava le ruinò un tetto adosso che la infranse tutta; vennegli |
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un mal di febbre sì bestiale che ne fu quasi per morire; per il che di |
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Castello si fe' portare al Borgo. Seguitando quel male con la quartana, |
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si trasferì poi a la Pieve a Santo Stefano a pigliare aria, et ultimamente |
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in Arezzo, dove fu tenuto in casa da Benedetto Spadari. Stando egli |
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a' suoi servigi, operò il mez[z]o di Giovanni Antonio Lappoli aretino |
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e di quanti amici e parenti essi avevano, acciò che egli facesse alla Ma- |
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donna delle Lagrime una volta, allogata già a Niccolò Soggi pittore; |