Volume 4

Edizione Giuntina
    tira, il quale col tempo fu posto nella chiesa di San Rocco, et oggi,
    per la devozione che vi hanno molti, fa miracoli, come si vede. Lavorò
    in diversi luoghi, come a Castelfranco e nel Trivisano, e fece molti
    ritratti a varî prìncipi italiani, e fuor d'Italia furono mandate molte
5   de l'opere sue come cose degne veramente, per far testimonio che,
    se la Toscana soprabbondava di artefici in ogni tempo, la parte ancora
    di là vicino a' monti non era abbandonata e dimenticata sempre dal
    Cielo.
    Dicesi che Giorgione ragionando con alcuni scultori nel tempo
10   che Andrea Verrocchio faceva il cavallo di bronzo, che volevano, per-
    ché la scultura mostrava in una figura sola diverse positure e vedute
    girandogli a torno, che per questo avanzasse la pittura, che non mo-
    strava in una figura se non una parte sola, Giorgione - che era d'oppi-
    nione che in una storia di pittura si mostrasse, senza avere a caminare
15   a torno, ma in una sola occhiata tutte le sorti delle vedute che
    può fare in più gesti un uomo, cosa che la scultura non può fare se
    non mutando il sito e la veduta, talché non sono una ma più vedute -,
    propose di più, che da una figura sola di pittura voleva mostrare il
    dinanzi et il didietro et i due profili dai lati: cosa che e' fece mettere
20   loro il cervello a partito. E la fece in questo modo. Dipinse uno ignu-
    do che voltava le spalle et aveva in terra una fonte d'acqua limpidissi-
    ma, nella quale fece dentro per riverberazione la parte dinanzi; da
    un de' lati era un corsaletto brunito che s'era spogliato, nel quale era
    il profilo manco, perché nel lucido di quell'arme si scorgeva ogni
25   cosa; da l'altra parte era uno specchio, che drento vi era l'altro lato
    di quello ignudo: cosa di bellissimo ghiribizzo e capriccio, volendo
    mostrare in effetto che la pittura conduce con più virtù e fatica, e mo-
    stra in una vista sola del naturale più che non fa la scultura. La qual
    opera fu sommamente lodata et ammirata per ingegnosa e bella.
30   Ritrasse ancora di naturale Caterina regina di Cipro, qual viddi io già
    nelle mani del clarissimo messer Giovan Cornaro. È nel nostro libro
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Edizione Torrentiniana
    il quale col tempo fu posto nella chiesa di Santo Rocco, et oggi, per la
    devozione che vi hanno molti, fa miracoli, come si vede. Lavorò in di-
    versi luoghi, come a Castelfranco e nel Trevisano, e fece molti ritratti
35   a varî prìncipi italiani, e fuor di Italia furon mandate molte de l'opere
    sue come cose degne veramente, per far testimonio che, se la Toscana
    soprabbondava di artefici in ogni tempo, la parte ancora di là vicino a'
    monti non era abbandonata e dimenticata sempre dal Cielo.
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