Volume 4

Edizione Giuntina
    da Urbino, portò lo schifo, o vogliam dir vassoio pieno di calce,
    ai maestri che muravano, insino a che fu di età di diciotto anni.
    Ma cominciando Giovanni da Udine a dipignerle, e murandosi e
    dipignendosi, la volontà e l'inclinazione di Polidoro, molto
5   vòlta alla pittura, non restò di far sì ch'egli prese dimestichezza con
    tutti quei giovani che erano valenti per veder i tratti et i modi del-
    l'arte e mettersi a disegnar[e]. Ma fra gl'altri s'elesse per compagno
    Maturino Fiorentino, allora nella cappella del Papa, et alle anticaglie
    tenuto bonissimo disegnatore; col quale praticando, talmente di
10   quest'arte invaghì, che in pochi mesi fe' cose, fatta prova del suo
    ingegno, che ne stupì ogni persona che lo aveva già conosciuto in
    quell'altro stato. Per la qual cosa, seguitandosi le Logge, egli sì
    gagliardamente si essercitò con quei giovani pittori che erano pra-
    tichi e dotti nella pittura, e sì divinamente apprese quella arte, che
15   egli non si partì di su quel lavoro senza portarsene la vera gloria del
    più bello e più nobile ingegno che fra tanti si ritrovasse. Per il che
    crebbe talmente l'amor di Maturino a Polidoro e di Polidoro a Ma-
    turino, che deliberarono come fratelli e veri compagni vivere insieme
    e morire. E rimescolato le volontà, i danari e l'opere, di comune
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Edizione Torrentiniana
20   di Leon X; e mentre che le Logge si fabbricavano nel palazzo per ordine
    di Raffaello da Urbino, egli portava lo schifo pien di calce a' maestri
    che muravano: e fino che fu di XVIII anni fece sempre quello esercizio.
    Ma cominciando Giovanni da Udine a dipignerle, e murandosi e dipi-
    gnendosi, la volontà e la inclinazione di Polidoro, molto vòlta alla pit-
25   tura, non restò di far sì ch'egli prese dimestichezza con tutti quei giovani
    che erano valenti per vedere i tratti e i modi dell'arte: e si mise a dise-
    gnar#[e]@. Ma fra gli altri che furono suoi domestici s'elesse per compagno
    Maturino Fiorentino, allora nella cappella del Papa, et alle anticaglie
    tenuto bonissimo disegnatore; e talmente di questa arte invaghì, che in
30   pochi mesi fe' tanta prova del suo ingegno che ne stupiva ogni persona
    che lo aveva già conosciuto in quel[l''] altro stato. Per la qual cosa, se-
    guitandosi le Logge, egli sì gagliardamente si esercitò con quei giovani
    pittori che erano pratichi e dotti nella pittura, e sì divinamente apprese
    quella arte, che egli non si partì di su quel lavoro senza portarsene la
35   vera gloria del più bello e più nobile ingegno che fra tanti si ritrovasse.
    Per il che crebbe talmente lo amore di Maturino a Polidoro e di Polidoro
    a Maturino, che deliberarono come fratelli e veri compagni vivere in-
    sieme e morire. E rimescolato le volontà, i danari e l'opere, di comune
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