Volume 4

Edizione Giuntina
    chiesa, dove si conservano l'argenterie, fece un S. Martino a cavallo
    con molti poveri che porgono vóti sotto una prospettiva. Questa
    opera, che fu lodatissima e gli acquistò onore et utile, fu cagione che
    messer Iacopo Soranzo, fattosi amico e dimestico suo, gli fece allo-
5   gare a concorrenza di Tiziano la sala de' Pregai, nella quale fece
    molti quadri di figure che scortano al disotto in su, che sono bellissi-
    me; e similmente un fregio di mostri marini lavorati a olio intorno a
    detta sala. Le quali cose lo renderono tanto caro a quel Senato,
    che mentre visse ebbe sempre da loro onorata provisione. E perché
10   gareggiando cercò sempre di far opere in luoghi dove avesse lavorato
    Tiziano, fece in S. Giovanni di Rialto un S. Giovanni Elemosinario
    che a' poveri dona danari; et a un altare pose un quadro di S. Ba-
    stiano e S. Rocco et altri Santi, che fu cosa bella, ma non però eguale
    all'opera di Tiziano, se bene molti, più per malignità che per dire
15   il vero, lodarono quella di Giovan Antonio. Fece il medesimo nel
    chiostro di S. Stefano molte storie in fresco del Testamento Vecchio
    et una del Nuovo, tramezzate da diverse Virtù, nelle quali mostrò
    scórti terribili di figure: del qual modo di fare si dilettò sempre, e
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Edizione Torrentiniana
    che n'acquistò grandissime lode et accrebbe maggior nome al
20   grado che prima teneva. Onde tal cosa fu cagione che messer Iacopo
    Soranzo gli divenisse amico e protettore; onde a concorrenza di Tiziano
    gli allogarono la sala de' Pregati, nella quale fece molti quadri di figure
    che scortano al di sotto in su, che bellissime sono tenute, e similmente un
    fregio di mostri marini lavorati a olio intorno a detta sala, che a quello
25   illustrissimo Senato lo renderono molto caro; e perciò mentre che visse
    dalla liberalità loro gli fu data onorata provisione.
    Cercava egli gareggiando sempre mettere opere dove Tiziano aveva
    messo le sue; per che avendo Tiziano fatto in San Giovanni di Rialto
    un San Giovanni Elimosinario che a' poveri dona danari, pose Gio-
30   vann' Antonio a uno altare un quadro d'un San Sebastiano e San
    Rocco et altri Santi, che fu cosa bella, ma non però tale quale è l'opera
    di Tiziano, benché da infiniti, più per malignità che per la verità, fusse
    più lodata l'opera di Giovanni Antonio. Fece ancora nel chiostro di
    Santo Stefano, in fresco, molte storie, una del Testamento Vecchio e
35   una del Nuovo, tramezzate da diverse Virtù, nelle quali mostrò scórti
    terribili di figure, nei quali sempre ebbe grandissima opinione; et in ogni
    suo componimento cercò ognora cose che fossero difficilissime, e quelle
    empié et adornò meglio che nissun altro pittore.
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