Volume 4

Edizione Giuntina
    bellissime; dopo cominciò una statua di Carlo Quinto imperatore
    quando tornò da Tunisi, e quella, abbozzata e subbiata in alcuni
    luoghi, rimase gradinata, perché la fortuna e la morte, invidiando al
    mondo tanto bene, ce lo tolsero d'anni trentacinque. E certo, se
5   Girolamo vivea, si sperava che, sì come aveva nella sua professione
    avanzati tutti quelli della sua patria, così avesse a superare tutti
    gl'artefici del tempo suo. Onde dolse a' Napoletani infinitamente
    la morte di lui, e tanto più quanto egli era stato dalla natura do-
    tato non pure di bellissimo ingegno, ma di tanta modestia, uma-
10   nità e gentilezza quanto più non si può in uomo desiderare; per
    che non è maraviglia se tutti coloro che lo conobbono, quando
    di lui ragionano non possono tenere le lacrime. L'ultime sue scul-
    ture furono l'anno 1537, nel quale anno fu sotterrato in Napoli con
    onoratissime essequie, rimanendo anco vivo il detto Giovanni da
15   Nola, vecchio et assai pratico scultore, come si vede in molte ope-
    re fatte in Napoli con buona pratica ma con non molto disegno. A
    costui fece lavorare don Petro di Tolledo marchese di Villafranca,
    et allora veceré di Napoli, una sepoltura di marmo per sé e per
    la sua donna; nella quale opera fece Giovanni una infinità di sto-
20   rie delle vittorie ottenute da quel signore contra i Turchi, con mol-
    te statue che sono in quell'opera, tutta isolata e condotta con mol-
    ta diligenza. Doveva questo sepolcro esser portato in Ispagna; ma
    non avendo ciò fatto mentre visse quel signore, si rimase in Napoli.
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Edizione Torrentiniana
    rilievo, bellissime; poi cominciò una statua di Carlo Quinto imperatore
25   nel suo ritorno da Tunisi, e quella, abbozzata e subbiata in alcuni luoghi,
    rimase gradinata. Ma la iniqua fortuna, come invidiosa della gloria
    di Girolamo, per mano della morte fece le sue vendette contra tanta
    virtù, senza avere risguardo alcuno ch'egli vissuto non fosse al mondo
    più che XXXV anni. Per che a ognuno che lo conobbe dolse la morte
30   di lui, aspettandosi che, sì come egli aveva vinto i suoi compatrioti,
    così ancora avesse a superare ogni altro artefice del mondo. E tanto più
    fu da dolere la morte di Girolamo, quanto egli era più di modestia,
    d'umanità, di gentilezza e d'ingegno con istraordinario influsso dal
    cielo e dalla natura dotato. I quali ornamenti poterono tanto in lui,
35   che coloro che di lui ragionano con tale affetto lo porgono, che sempre
    di lingua in lingua sarà con le poche sue opere che si veggono e con
    tali affetti ricordato, che e' potrà morto tenersi beatissimo, come vi-
    vo fu stimato singulare. Le ultime sue sculture furono fatte l'anno
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