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con una grazia da perfettissimo maestro. La quale opera, oltre al far |
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stupire chi la vide finita, fu cagione ancora che nelle rovine dello assedio |
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di Fiorenza, l'anno MDXXIX, quando i soldati comandati da chi reg- |
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[g]eva lo Stato facevano tutti i borghi fuor delle porte mandare a terra |
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senza riguardare né chiese né spedali o altri belli edifizii, rovinati i |
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borghi della Porta della Croce e pervenuti a San Salvi, rovinato la |
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chiesa et il campanile e cominciato a mandare giù parte del convento, |
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giunti al refettorio dove era questo Cenacolo, i soldati e quegli che |
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rovinavono, visto sì miracolosa pittura, abbandonaron l'impresa e non |
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rovinarono altrimenti più la muraglia, serbandola a quando non potes- |
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sino far altro. Grandissimo onore veramente per quest'arte, che mutis- |
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sima e senza parola avessi forza di temperare il furore de l'armi e del |
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sospetto, inducendo coloro a portarle riverenza e rispetto, non essendo |
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però genti della professione che conoscessino la bontà sua. |
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Fece a una Compagnia di San Iacopo, che li stava vicino, un segno |
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da portare a processione, dove egli fece un S. Iacopo che fa carezze, |
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toccando sotto il mento, ad un putto vestito da battuto, oltra che v'è |
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un altro putto che ha un libro in mano: pittura lodevole per essere ben |
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fatta. Era un commesso che stava vicino a Valle Ombrosa in una villa |
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per le ricolte di que' frati, il quale aveva volontà d'esser ritratto d'Andrea, |