Volume 4

Edizione Giuntina
    Giulio molte carezze al Vasaro e mostrandogli, dopo molte anticaglie
    e pitture, quel quadro di Raffaello come la miglior cosa che vi fusse,
    disse Giorgio: « L'opera è bellissima, ma non è altrimenti di mano di
    Raffaello ». « Come no ? - disse Giulio - non lo so io, che riconosco
5   i colpi che vi lavorai su ?». «Voi ve gli sete dimenticati, - soggiunse
    Giorgio - perché questo è di mano d'Andrea del Sarto: e per segno
    di ciò, eccovi un segno (e glielo mostrò) che fu fatto in Fiorenza,
    perché quando erano insieme si scambiavano». Ciò udito fece rivol-
    tar Giulio il quadro, e visto il contrasegno, si strinse nelle spalle,
10   dicendo queste parole: «Io non lo stimo meno che s'ella fusse di ma-
    no di Raffaello, anzi molto più, perché è cosa fuor di natura che un
    uomo eccellente imiti sì bene la maniera d'un altro e la faccia così
    simile». Basta che si conosce che così valse la virtù d'Andrea acom-
    pagnata come sola. E così fu col giudizio e consiglio di messer Ot-
15   taviano sodisfatto al Duca e non privata Fiorenza d'una sì
    degna opera; la quale essendogli poi donata dal duca Alessandro,
    tenne molti anni appresso di sé, e finalmente ne fece dono al duca
    Cosimo, che l'ha in guardaroba con molte altre pitture famose. Men-
    tre che Andrea faceva questo ritratto, fece anco per il detto messer
20   Ottaviano, in un quadro, solo la testa di Giulio cardinal de' Medici,
    che fu poi papa Clemente, simile a quella di Raffaello, che fu molto
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Edizione Torrentiniana
    li fu mostro questo quadro. Per il che nel guardarlo lo amico di Giulio
    li disse: «È una bella opera, ma non è quella di Raffaello ». «Come non?
    disse Giulio - non lo so io, che riconosco i colpi che vi lavorai su?».
25   « Voi ne gli avete dimenticati, - rispose l'amico - ché questo è di mano
    d'Andrea del Sarto: e per segno di ciò v'è dietro un contrasegno,
    che fu fatto perché si scambiavano in Fiorenza quando eglino erano
    insieme ». Volse far rivoltare il quadro Giulio, e così visto il contrasegno,
    si strinse nelle spalle, e disse queste parole: «Io non lo tengo da meno
30   che di man di Raffaello, anzi certo da più, perch'è cosa fuora di natura,
    a un che sia eccellente, imitar la maniera d'un altro e farla simile a lui».
    Basta che si conosce che la virtù di Andrea valse sola e accompagnata.
    E così fu per l'ordine di messer Ottaviano satisfatto il Duca e non
    privato Fiorenza d'una opera sì degna; la quale egli tenne molti anni,
35   che gli fu donata dal duca Alessandro, et egli ne fece dono al duca
    Cosimo, dove è ora in guardaroba in palazzo con l'altre pitture famose.
    Fece mentre ch'egli faceva questo ritratto per messer Ottaviano su
    detto, in un quadro, solo la testa di Giulio cardinal de' Medici, che fu
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